2007-12-14 14:41:01

La scolarizzazione al centro dei bisogni dei bambini: nelle parole di mons. Celestino Migliore all’ONU


La scolarizzazione è al cuore dello sviluppo di ogni bambino: lo ha ribadito mons. Celestino Migliore, osservatore permanente della Santa Sede all’ONU, ieri a New York alla 62esima sessione dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite dedicata all’infanzia. Il servizio di Fausta Speranza:RealAudioMP3

 
“La povertà cronica rimane il più grande ostacolo per la soddisfazione dei bisogni dei bambini”: lo ribadisce mons. Migliore sottolineando che è importante “aiutare i minori che lavorano con percorsi di scolarizzazione che possano renderli in grado di spezzare il cerchio dell’estrema povertà e far crescere in loro la consapevolezza del loro valore e della loro dignità”. La scolarizzazione di base resta un punto fondamentale, dunque, così come l’obiettivo di integrare tutti i minori nel sistema scolastico, tanto che mons. Migliore aggiunge “in ogni modo possibile”. Il punto in definitiva è che dopo la Convenzione internazionale sui minori del 1989 e dopo il rilancio nel 2002, un mondo fatto su misura di bambino deve ancora diventare realtà. In particolare nel 2002 – ricorda mons. Migliore – si riaffermava che “la famiglia è l’unità basilare della società”. In virtù di questa convinzione e della certezza che “la scolarizzazione è al cuore dello sviluppo di ogni bambino” la Chiesa cattolica gestisce oltre 250.000 scuole in tutti i continenti con 3 milioni e mezzo di insegnanti per 42 milioni di studenti. E - sottolinea ancora l’osservatore permanente della Santa Sede all’ONU –molte di queste scuole sono proprio nelle zone più difficili, dove il diritto alla formazione è una scommessa: villaggi remoti, zone di conflitto, campi profughi, zone urbane degradate. Dove anche le condizioni sanitarie sono una scommessa. E mons. Migliore ricorda il dramma dell’HIV e altre malattie che uccidono, come la malaria e la tubercolosi. Ricorda anche che recentemente il segretario generale delle Nazioni Unite ha ribadito il diritto di tutti ad accettabili condizioni sanitarie.







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