2007-12-14 12:43:29

La Chiesa ribadisce, in una Nota, la necessità dell'annuncio del Vangelo a tutte le genti evitando ogni relativismo religioso


E’ stata presentata stamani nella Sala Stampa della Santa Sede una “Nota dottrinale” della Congregazione per la Dottrina della Fede “su alcuni aspetti dell’evangelizzazione”. Il documento, approvato da Benedetto XVI, ribadisce la necessità dell’annuncio del Vangelo a tutte le genti, evitando i rischi del relativismo e dell’indifferentismo religioso: ad illustrarlo, il cardinale prefetto del dicastero, William Joseph Levada, assieme al segretario, l’arcivescovo Angelo Amato. Presenti anche il cardinale Ivan Dias, prefetto della Congregazione per l’evangelizzazione dei popoli, e il cardinale Francis Arinze, prefetto della Congregazione per il culto divino e la disciplina dei sacramenti. Il servizio di Sergio Centofanti:RealAudioMP3


“L’annuncio e la testimonianza del Vangelo sono il primo servizio che i cristiani possono rendere a ogni persona e all’intero genere umano, chiamati come sono a comunicare a tutti l’amore di Dio, che si è manifestato in pienezza nell’unico Redentore del mondo, Gesù Cristo”: la Nota cita queste parole di Benedetto XVI per riaffermare, nel pieno rispetto della libertà religiosa, il diritto di ogni persona a conoscere la verità che salva e il diritto ma anche il dovere di annunciarla che spetta ad ogni credente. Il documento parla di “una crescente confusione che induce molti” a non seguire “il comando missionario del Signore”, come se fosse “un attentato alla libertà altrui” o “un atteggiamento d’intolleranza”. Per alcuni sarebbe sufficiente offrire una testimonianza di carattere sociale o basterebbe “aiutare gli uomini a essere più uomini o più fedeli alla propria religione”: si ribadisce invece che “la Chiesa … è necessaria alla salvezza”, verità che non si contrappone al fatto che Dio “vuole che tutti gli uomini siano salvati”. Infatti, “sebbene i non cristiani possano salvarsi mediante la grazia che Dio dona attraverso ‘vie a Lui note’ la Chiesa non può non tener conto del fatto che ad essi manca un grandissimo bene in questo mondo: conoscere il vero volto di Dio e l’amicizia con Gesù Cristo” e che “vivere nell’oscurità, senza la verità circa le ultime questioni, è un male, spesso all’origine di sofferenze e di schiavitù talvolta drammatiche”.

Oggi – rileva la Nota – “la legittima pluralità di posizioni ha ceduto il posto ad un indifferenziato pluralismo, fondato sull’assunto che tutte le posizioni si equivalgono”. Inoltre “il rispetto per la libertà religiosa e la sua promozione non devono in alcun modo renderci indifferenti verso la verità e il bene”. D’altronde si sottolinea che la libertà religiosa è “un diritto che purtroppo, in alcune parti del mondo, non è ancora legalmente riconosciuto ed in altre non è rispettato nei fatti”.

 
Sul fronte ecumenico la Nota esorta alla collaborazione con le altre confessioni cristiane nel rispetto per la loro tradizione ma escludendo ogni forma di “confusionismo”. Si tratta di promuovere “un dialogo rispettoso della carità e della verità”: atteggiamento che non esime “dalla responsabilità di annunciare in pienezza la fede cattolica agli altri cristiani” senza per questo cadere nell’accusa di proselitismo.

 
La Chiesa – afferma il documento – non mira ad alcun potere: desidera semplicemente, su mandato del Signore, che tutti gli uomini “abbiano la pienezza della verità e dei mezzi di salvezza per entrare nella libertà della gloria dei figli di Dio”.







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