Niger: inondazioni e guerriglia stanno provocando un’emergenza umanitaria nel nord
del Paese
A Niamey in Niger, il Movimento nazionale per la giustizia (MNJ) sta portando avanti
una lotta armata per il riconoscimento delle rivendicazioni economiche e politiche
delle popolazioni locali. Le mine disseminate dalla guerriglia per le strade assieme
ai disastri naturali provocati dalle piogge torrenziali, hanno costretto la popolazione
locale ad abbandonare i propri villaggi. Secondo quanto riporta la Fides, sarebbero
20 mila le persone in fuga, di cui 9 mila per le inondazioni e 11 mila per sfuggire
alla guerriglia. Il MNJ è formato da Tuareg, una popolazione nomade che vive tra Niger,
Mali e Algeria e si sente discriminata dai governi locali. Negli ultimi 10 mesi, il
movimento ha ucciso 49 soldati governativi e di recente in Mali ha ripreso le armi
contro il governo. Secondo un’ulteriore chiave di lettura, la ribellione Tuareg è
vista come una pedina di un gioco più complesso che vede protagonisti alcuni Paesi
nordafricani più una serie di competitori internazionali per il controllo dell’uranio,
che viene prodotto in grandi quantità nel nord del Niger. Il suolo e le acque del
Niger sono profondamente contaminate dall’uranio; il Niger produce 3 mila tonnellate
di uranio all’anno, ma la popolazione locale non beneficia di questa ricchezza. Il
governo di Niamey sta cercando di ottenere migliori condizioni di sfruttamento, concedendo
licenze di esplorazione ad aziende statunitensi, canadesi, cinesi e indiane. (C.C.)