2007-12-12 13:56:02

La Vergine di Guadalupe, modello dell'evangelizzazione inculturata: lo scrive mons. Celli ai comunicatori latinoamericani, per la festa della Patrona del continente


Porre il volto di Cristo negli spazi della vita quotidiana della società. Con questo invito, l’arcivescovo Claudio Maria Celli, presidente del Pontificio Consiglio delle Comunicazioni sociali, si è rivolto in un messaggio di saluto ai comunicatori cattolici latinoamericani, nel giorno della festa della verine di Guadalupe, patrona del continente. Nella vita personale di cristiani, prima ancora di testimoniarlo, occorre aver incontrato Gesù, aver fattp - scrive mons. celli - “un’esperienza di profonda amicizia con lui, senza la quale la vita cristiana semplicemente non esiste”. E’ questo il “primo passo” che può essere riproposto anche a livello massmediatico. “Pensate - propone il capo del dicastero vaticano – a come possiamo, nei nostri specifici settori d'intervento, far sì che lettori, ascoltatori, spettatori, utenti... possano incontrare Gesù Cristo in ciò che comunichiamo. Se riusciremo a far incontrare il Signore attraverso la nostra opera di comunicazione - prosegue - possiamo essere certi che Egli verrà a far fruttificare lo sforzo. E dopo il primo passo verrà il secondo e così via”.

Mons. Celli ripropone il “modello di evangelizzazione perfettamente inculturata”, rappresentato dalla Vergine di Guadalupe, secondo le parole di Giovanni Paolo II. “Ella - scrive ancora il presule - si adatta alla mentalità del suo interlocutore, alla sua cultura, al suo ritmo. Il suo messaggio non è fatto solo di parole: è gesto, forma, immagine, lingua, idioma. E’ una comunicazione amorevole e piena di accettazione per il mondo dell’altro, al punto che - conclude - esercita un effetto tonificante che cambia per sempre l'interlocutore”.







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