L’Osservatore Romano denuncia “colpevoli e non veniali omissioni” nel nuovo dizionario
UTET sui diritti umani
E’ “discutibile” la scelta di fermarsi ai diritti riconosciuti dalle legislazioni,
attualmente in vigore negli Stati, dimenticando le violazioni legali che si consumano
contro il diritto alla vita. E’ quanto sostiene l’Osservatore Romano esprimendo riserve
sul nuovo dizionario della UTET sui diritti umani. Il quotidiano della Santa Sede
denuncia, inoltre, “colpevoli e non veniali omissioni”. Contrasta poi con la mole
dell’opera, definita “ponderosa”, l’aver dimenticato nei testi e persino nelle sezioni
bibliografiche, salvo eccezioni, di citare studiosi cattolici”. Ed è ancora più grave
aver “ignorato riferimenti al Magistero della Chiesa”. L’Osservatore Romano lamenta,
ad esempio, che “in relazione all’embrione, “si contrappone il concetto di capacità
giuridica a quello di diritto alla vita, facendo trapelare una propensione verso il
primo”. In sostanza, si nega "che esista un diritto alla vita, ignorando il vasto
dibattito in proposito". L’ostentato tentativo di mantenersi su un piano prettamente
teorico giuridico appare, secondo il quotidiano della Santa Sede, “un espediente per
sfuggire ad una problematizzazione reale di temi scottanti ed attuali”. Una carenza
non meno grave – si legge infine nell’articolo – è l’aver relegato il contributo della
Chiesa cattolica alla voce Cristianesimo e diritti umani con “appena sei pagine, peraltro
discutibili e con una bibliografia fin troppo essenziale”. (A cura di Amedeo Lomonaco)