Loreto celebra la Solennità della Venuta della Santa Casa
Si celebra oggi a Loreto la Solennità della Venuta della Santa Casa. Stamattina nel
Santuario mariano il delegato pontificio, l’arcivescovo prelato Giovanni Tonucci,
ha celebrato una Messa solenne con la partecipazione di una numerosa rappresentanza
dell’Arma dell’Aeronautica. Ricordiamo che la Madonna di Loreto è Patrona dell’Aviazione.
Secondo la tradizione la casa della Madonna a Nazaret, costituita da tre povere pareti
in pietra poste a chiusura di una grotta scavata nella roccia, dopo la cacciata dei
cristiani dalla Palestina da parte dei Musulmani, sono state salvate dalla sicura
rovina e trasportate prima a Tersatto, nell’odierna Croazia, nel 1291, e poi a Loreto
il 10 dicembre 1294. Ascoltiamo in proposito lo stesso arcivescovo prelato di Loreto
Giovanni Tonucci, al microfono di Giovanni Peduto:
R.
– Quando parliamo della Santa Casa, di queste tre misteriose pareti, dobbiamo sempre
ricordare che quello che la tradizione popolare fino adesso ha pensato, creduto e
amato, si rivela sempre di più una realtà storica e archeologica. Il che ovviamente
rafforza il nostro affetto per questo luogo.
D.
– Cosa dice al mondo la memoria della Beata Vergine di Loreto?
R.
– E’ un messaggio ricchissimo, proprio ricchissimo, perché si basa soprattutto sui
silenzi di Maria. La Casa di Loreto, quindi la Casa di Nazareth, ci riporta alla memoria
l’Incarnazione di Cristo e, quindi, quel breve, intensissimo dialogo tra l’Angelo
e Maria, che è stato il momento che ha cambiato la storia del mondo. E da lì sono
poi seguite le varie fasi della vita, dell’infanzia di Gesù e quei quasi 30 anni di
presenza silenziosa della Famiglia che, proprio per il suo silenzio e per la preparazione
del grande mistero della Redenzione, ha una vastità di messaggio che credo possa essere
anche oggi attualissima ed estremamente ricca per ciascuno di noi.
D.
– Eccellenza, può sintetizzarci il suo messaggio ai fedeli per questa ricorrenza della
Festa della Venuta?
R. – Facendo ancora il mio noviziato
in questo Santuario, io ho parlato a quelli che sono ora i miei figli e ho detto loro
che il nostro piano, il nostro progetto pastorale nasce completamente dal Santuario
di Loreto. Con il messaggio teologico che ci viene da Maria, dalla Santa Famiglia,
con l’accoglienza dei pellegrini e dei malati soprattutto, quindi con il compimento
delle opere di misericordia privilegiate che il Signore ci chiede di vivere, e poi
anche con l’accoglienza e con un collegamento di preghiera con tutti quelli che volano
e con questa realtà che è oggi l’aviazione, diventata una cosa importantissima e predominante
nel mondo intero, mentre quando – con gesto profetico – Benedetto XV ha proclamato
la Madonna Patrona dell’Aviazione, era ancora un fenomeno estremamente marginale.
Io credo che, ecco, il nostro programma e il nostro messaggio nasce dalla Santa Casa
e si conclude in essa, ecco. Il nostro programma è lì, e da lì trarremo l’ispirazione
per il cammino che dobbiamo compiere.
D. – Siamo
ormai proiettati al Natale. Come preparare il cuore al Dio che viene?
R.
– Nello stesso modo in cui l’ha preparato Maria: nella preghiera, nel silenzio, nella
meraviglia per questo grande mistero e con un senso grande di gratitudine per Dio
che si fa uomo e viene ad abitare in mezzo a noi. Nella Casa c’è la scritta: “Hic
Verbum Caro Factum Est”: “Qui, il Verbo si è fatto carne”. Io credo che quello che
è avvenuto nella Casa di Nazareth ed è avvenuto nella Casa di Loreto, debba avvenire
poi nel cuore di ciascuno di noi.