2007-12-08 15:23:45

In corso, a Roma, la 32.ma Mostra dei 100 presepi. Fra le altre, una creazione della Natività composta da un iracheno


Si rinnova come ogni anno l’appuntamento romano con la Mostra dei 100 presepi, giunta alla 32.ma edizione. Nella Basilica di Santa Maria del Popolo, sarà possibile visitare fino al 6 gennaio l’allestimento curato dalla Rivista della Nazioni, con il patrocinio della Conferenza episcopale italiana (CEI) e sotto l’Alto Patronato del presidente della Repubblica italiana. Presepi di ogni tipo dai più classici ai più innovativi, in un trionfo di fantasia e di cristianità. Il servizio di Benedetta Capelli:RealAudioMP3

(canto natalizio)

 
Come raccontare la Natività, il mistero della nascita di un bambino che salverà il mondo? Ci si mette la fantasia, l’ingegno, la passione e la propria tradizione, elementi che combinati tra loro mostrano milioni di soluzioni. I 100 presepi sono una carrellata sul mondo: 170 riproduzioni della Natività di Gesù provenienti da 16 regioni italiane e da 25 Paesi dell’Europa, del Sud America, dell’Asia e dell’Africa. Allestimenti nei quali riecheggia la scena della Grotta di Betlemme - rappresentata da San Francesco a Greccio, la notte di Natale del 1223 - e nei quali si ritrovano gli elementi più classici dell’700 napoletano e dell’800 romano. E’ anche la modernità a irrompere nei CD trasformati in capanna e nelle matite a fare da tetto alla mangiatoia. C’è un materiale più innovativo rispetto agli anni scorsi? Ce lo svela la curatrice della mostra, Maria Carla Menaglia:

 
“Il sale, credo. Ma gli esempi sono tantissimi: ci sono bellissimi presepi tradizionali, fatti in cartapesta, ci sono i presepi napoletani e poi, appunto, ci sono tutti questi presepi di fantasia: le pannocchie con le conchiglie, i chiodi manipolati in maniera da realizzare un presepe... Ce n’è, per esempio, uno napoletano, grande, in movimento, con tutte le arti ed i mestieri: la donna che batte i tappeti, quello che inforna la pizza... insomma, sono tutti molto interessanti”.
 
A colpire sono i presepi stranieri. Consistente la presenza di quelli che arrivano dai Paesi dell’Est Europa, in maggioranza intagliati in legno, coloratissime le rappresentazioni sudamericane, forti quelle che vengono da terre martoriate, in primis la Palestina, ma anche l’Iraq. Ali al Jabiri racconta la Natività con una Madonna che ha in braccio Gesù il cui corpo ha i colori dell’azzurro del cielo in contrasto con il cielo di Baghdad, offuscato dalle esplosioni. Ancora Maria Carla Menaglia:

 
“Che poi una persona dell'Iraq abbia pensato di partecipare a questa mostra, io l’ho trovato una cosa veramente commovente, perché vuol dire che la Natività gli dà una forza tale da poter riuscire ancora a fare un presepe”.

 
Alla presentazione della mostra ha partecipato anche mons. Ernesto Mandara, vescovo ausiliare di Roma per il Settore centro, che ha parlato dell’attualità del presepe:

 
“Mi viene spontaneo desiderare vedere ciò in cui credo. Il presepe non è la ricostruzione storica del fatto, ma è l’attualizzazione, è Gesù che nasce oggi".
 
Un Bambino che nasce e travolge di luce il mondo.







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