2007-12-05 14:01:00

All'udienza generale, gli auguri di Benedetto XVI per l'Avvento. La catechesi dedicata agli insegnamenti del vescovo di Aquileia, San Cromazio, vissuto nel IV secolo


L’Avvento sia un momento per riscoprire il rapporto con Dio che ci ama personalmente e non ci abbandona nelle mani di chi ci è nemico. Benedetto XVI ha concluso con questi pensieri la catechesi dell’udienza generale di questa mattina, tenuta in Aula Paolo VI e dedicata alla figura di un antico vescovo, San Cromazio, che resse con fede solida e coraggio le sorti della Chiesa di Aquileia, in un’epoca difficile del quarto secolo. Il servizio di Alessandro De Carolis:RealAudioMP3


Un nome arcaico, un insegnamento intramontato. Cromazio è vescovo di Aquileia quando l’importante città del nord-est italiano - “fervente centro di vita cristiana” e dunque presa di mira dalle persecuzioni degli imperatori romani - deve affrontare le invasioni dei barbari, all’esterno, e proteggersi dall’onda lunga dall’eresia di Ario, all’interno. Quella che Cromazio guida in quegli anni “con coraggio ed energia” è - afferma con consapevolezza il vescovo - una “nave in un mare in tempesta”. Ma non una nave allo sbando. Una quarantina di sermoni, fortunosamente riscoperti, delineano i cardini del suo insegnamento, sintetizzati in questo modo da Benedetto XVI:

 
"Cromazio fu sapiente maestro e zelante pastore. Il suo primo e principale impegno fu quello di porsi in ascolto della Parola, per essere capace di farsene poi annunciatore: nel suo insegnamento egli parte sempre dalla Parola di Dio, e ad essa sempre ritorna. Alcune tematiche gli sono particolarmente care: anzitutto il mistero trinitario (...) Poi il tema dello Spirito Santo (...) Ma con particolare insistenza il santo vescovo ritorna sul mistero di Cristo. Il Verbo incarnato è vero Dio e vero uomo: ha assunto integralmente l’umanità, per farle dono della propria divinità".

 
Il Papa ha ricordato la grande stima di cui godeva Cromazio ai suoi tempi, se si pensa che egli, insieme con il vescovo di Roma e quello di Milano, fu il solo destinatario di una lettera di aiuto scritta dall’allora esiliato vescovo di Costantinopoli. Cromazio è un vescovo tenace, dunque, capace di parlare senza sofismi al cuore delle persone, in periodi in cui una parola poteva fare la differenza tra la disperazione e la fiducia:

 
"Da zelante pastore qual è, Cromazio sa parlare alla sua gente con linguaggio fresco, colorito e incisivo. Pur non ignorando il perfetto cursus latino, preferisce ricorrere al linguaggio popolare, ricco di immagini facilmente comprensibili (...) Sempre nell’ottica del buon pastore, in un periodo burrascoso come il suo, funestato dalle scorrerie dei barbari, egli sa mettersi a fianco dei fedeli per confortarli e per aprirne l’animo alla fiducia in Dio, che non abbandona mai i suoi figli".

 
E non è in contrasto il fatto che la solidità umana e dottrinale del vescovo di Aquileia trovi accenti di tenerezza quando i suoi insegnamenti, ha notato Benedetto XVI, si soffermano sulla Vergine Maria:

 
"La sua dottrina mariologica è tersa e precisa. A lui dobbiamo alcune suggestive descrizioni della Vergine Santissima: Maria è la 'vergine evangelica capace di accogliere Dio'; è la 'pecorella immacolata e inviolata', che ha generato l’'agnello ammantato di porpora'. Il vescovo di Aquileia mette spesso la Vergine in relazione con la Chiesa: entrambe, infatti, sono 'vergini' e 'madri'.

 
Cromazio muore in esilio nel 407, a Grado, dove aveva cercato scampo dalla ferocia delle scorrerie barbariche. Non “muoiono” però le sue parole, che il Papa ha posto come suggello alla catechesi. Un’esortazione definita da Benedetto XVI “perfettamente valida” ancora oggi, che si rivolge con intensità a Dio: “Preghiamolo di liberarci da ogni incursione dei nemici, da ogni timore degli avversari. Non guardi i nostri meriti, ma la sua misericordia”:

 
"Così, proprio all'inizio del tempo di Avvento, San Cromazio ci ricorda che l'Avvento è tempo di preghiera, in cui occorre entrate in contatto con Dio. Dio ci conosce, conosce me, conosce ognuno di noi, mi vuol bene, non mi abbandona. Andiamo avanti con questa fiducia nel tempo liturgico appena iniziato".
 
(applausi)

 
L’udienza generale ha idealmente benedetto l’apertura dell’Anno Cromaziano indetto dalle Chiese di Udine e Gorizia, i cui fedeli, presenti in Aula Paolo Vi insieme con i rispettivi vescovi, sono stati salutati da Benedetto XVI. Nelle varie lingue, il Papa ha invitato la Chiesa a prepararsi adeguatamente al Natale in spirito di “vigilanza evangelica”, come pure alla solennità dell’Immacolata. E saluti particolari del Pontefice sono stati indirizzati ai membri del gruppo Follereau-de Foucauld, accompagnati dall’arcivescovo di Pompei, Carlo Liberati, e alle Ancelle dell’Amore Misericordioso, impegnate nel Capitolo generale: “Le incoraggio - ha concluso Bendetto XVI - ad andare incontro a Cristo con la coerenza della fede per testimoniare con rinnovato ardore apostolico la divina misericordia”.







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