2007-12-04 15:15:02

L'ambasciatore israeliano Ben-Hur: progressi promettenti nei colloqui Santa Sede-Israele sulle questioni economiche e giuridiche


La questione della tassazione e quella giuridica in Terra Santa saranno all’ordine del giorno al colloquio del 12 dicembre del Comitato misto Israele-Santa Sede che si svolgerà a Gerusalemme. Lo ha detto ieri pomeriggio l’ambasciatore d’Israele presso la Santa Sede Oded Ben-Hur ad un incontro sul dialogo interreligioso ed interculturale svoltosi alla Pontificia Università Lateranense. In videoconferenza è intervenuto anche padre Pierbattista Pizzaballa, Custode di Terra Santa, mentre ai partecipanti ha inviato i suoi saluti il presidente israeliano Shimon Peres. Il servizio di Tiziana Campisi:RealAudioMP3


E’ importante aiutare le Chiese locali ad inserirsi nella realtà della Terra Santa, ma occorre anche aiutare Israele a conoscere la Chiesa e le sue tradizioni: è quanto ha affermato nel suo breve intervento padre Pierbattista Pizzaballa. Le parole del religioso hanno trovato eco in quelle del rettore della Lateranense mons. Rino Fisichella che ha sottolineato la necessità del riconoscimento – nel dialogo – delle reciproche identità. Le relazioni fra Santa Sede e Israele, ha detto il presule, riguardano non solo rapporti religiosi e culturali, ma anche questioni politiche e diplomatiche; si tratta dunque di relazioni che sono frutto di un processo storico e dinamico, che ha bisogno di scambi e confronti. Per l’ambasciatore d’Israele presso la Santa Sede Oded Ben-Hur è necessario colmare “quell’abisso d’ignoranza” - ha detto – che divide; c’è bisogno di educazione e formazione per un vero dialogo interreligioso, occorrono leader religiosi che credano in un progetto di continua educazione e il Papa – ha proseguito l’ambasciatore – può condurre questo cammino. Per il diplomatico i pellegrinaggi in Terra Santa possono favorire il dialogo interreligioso e la Chiesa può svolgere anche un importante ruolo intorno ad Annapolis, contribuendo al processo di pace. Ma i rapporti Santa Sede-Israele come sono oggi? Sentiamo lo stesso Oded Ben-Hur:

R. - C’è un progresso molto, molto promettente. Se pensiamo all’accordo finanziario ed economico tra Israele e Santa Sede possiamo dire che già circa l’85 per cento ha trovato attuazione. Sul tappeto del prossimo incontro del 12 dicembre a Gerusalemme del Comitato misto bilaterale, sono stati inseriti anche i temi della tassazione e quello dell’accesso al tribunale. Sentiremo, quindi, il parere del Vaticano. Il 13, poi, si terrà la prima plenaria – storica – con la partecipazione di mons. Parolin e del nostro direttore generale del ministero. Certo la strada è ancora lunga, molto complessa e ricca di dettagli che il pubblico non conosce. Ma cercheremo di arrivare ad una soluzione per tante cose che aspettano una soluzione da anni, praticamente da secoli. Sono soltanto 13 anni che abbiamo dei rapporti. Si deve chiudere, quindi, una storia che tocca anche temi economici e finanziari: si tratta di questioni di proprietà, di tassazioni… Pian piano, ce la faremo.

 
D. - Ma cosa può minacciare oggi il dialogo interreligioso? Ancora Oded Ben-Hur:

 
R. – C’è un antisemitismo sottovalutato, molto sottovalutato. E questo trova radice nell’abisso dell’ignoranza. Per secoli poi non abbiamo toccato questi rapporti tra Chiesa e popolo ebraico, adesso Israele e Santa Sede. Noi abbiamo, però, l’intenzione di portarli avanti, far sì che l’insegnamento ad esempio della Nostra Aetate che apre al dialogo sia diffuso in tutto il mondo e quindi anche nel mondo arabo e nel mondo musulmano.







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