2007-12-02 14:37:13

La preparazione al Natale: nelle parole ieri del Papa ai Primi Vespri della I Domenica d’Avvento


“L’Avvento è tempo favorevole alla riscoperta di una speranza non vaga e illusoria, ma certa e affidabile, perché ‘ancorata’ in Cristo, Dio fatto uomo”: è quanto ha detto ieri pomeriggio Benedetto XVI durante la celebrazione, nella Basilica Vaticana, dei Primi Vespri della I Domenica di Avvento, offrendo idealmente a tutta la Chiesa la sua seconda Lettera Enciclica “Spe salvi” pubblicata venerdì scorso. Di fronte al “nichilismo contemporaneo che corrode la speranza nel cuore dell’uomo, inducendolo a pensare che dentro … e intorno a lui regni il nulla”, ha affermato il Papa, l’Avvento invita a riscoprire il dono che Dio ha fatto all’umanità: Cristo. Il servizio di Tiziana Campisi: RealAudioMP3

 “L’Avvento è per eccellenza, il tempo della speranza”, una speranza fondata “su un avvenimento che si colloca nella storia e al tempo stesso eccede la storia: … Gesù di Nazaret”. Benedetto XVI si è rivolto con queste parole ai fedeli che “si preparano a celebrare la grande festa della nascita di Cristo”, poi ha ricordato che proprio al tema della speranza ha voluto dedicare la sua seconda Enciclica:
 
“Sono lieto di offrirla idealmente a tutta la Chiesa in questa prima Domenica di Avvento, affinché, durante la preparazione al Santo Natale, le comunità e i singoli fedeli possano leggerla e meditarla, per riscoprire la bellezza e la profondità della speranza cristiana. Questa, in effetti, è inseparabilmente legata alla conoscenza del volto di Dio, quel volto che Gesù, il Figlio Unigenito, ci ha rivelato con la sua incarnazione, con la sua vita terrena e la sua predicazione, e soprattutto con la sua morte e Risurrezione”.
 
E’ una speranza che nasce dalla fede in Dio Amore quella cristiana, ha spiegato il Papa, fede in quel “Padre misericordioso, che ‘ha tanto amato il mondo da dare il suo Figlio unigenito’, affinché gli uomini e con loro tutte le creature possano avere la vita in abbondanza”. Una speranza che la religiosità pagana non possedeva, ha detto ancora Benedetto XVI, così come non la possiede “il paganesimo dei nostri giorni”, il “nichilismo contemporaneo” in particolare che conduce l’uomo al nulla:

 
“ … corrode la speranza nel cuore dell’uomo, inducendolo a pensare che dentro di lui e intorno a lui regni il nulla: nulla prima della nascita, nulla dopo la morte. In realtà, se manca Dio, viene meno la speranza. Tutto perde di ‘spessore’”.

 
L’aldilà “non è un luogo dove finiremo dopo la morte, è invece la realtà di Dio, la pienezza di vita a cui ogni essere umano è … proteso”, ha proseguito il Papa. “A questa attesa dell’uomo Dio ha risposto in Cristo con il dono della speranza”, ma se l’uomo è libero “di dire di sì o di no all’eternità, cioè a Dio”, e quindi “può spegnere in se stesso la speranza” eliminandolo dalla propria vita”, Dio “sa che chi lo rifiuta non ha conosciuto il suo vero volto” e per questo “concede nuovo tempo all’umanità”:

 
“E’ questo anche il senso di un nuovo anno liturgico che inizia: è un dono di Dio, il quale vuole nuovamente rivelarsi nel mistero di Cristo, mediante la Parola e i Sacramenti. Mediante la Chiesa vuole parlare all’umanità e salvare gli uomini di oggi … All’umanità che non ha più tempo per Lui, Dio offre altro tempo, un nuovo spazio per rientrare in se stessa, per rimettersi in cammino, per ritrovare il senso della speranza”.

 
“Ogni uomo è chiamato a sperare corrispondendo all’attesa che Dio ha su di lui”, ha aggiunto poi il Santo Padre. Ciò che “manda avanti il mondo” è “la fiducia che Dio ha nell’uomo”; ne sono riflesso i “cuori dei piccoli, degli umili, quando attraverso le difficoltà e le fatiche si impegnano ogni giorno a fare del loro meglio, a compiere quel poco di bene che però agli occhi di Dio è tanto: in famiglia, nel posto di lavoro, a scuola, nei diversi ambiti della società”. “Siamo fatti per la vita eterna e beata”, ha concluso Benedetto XVI ricordando che Dio è vita e che “ogni bambino che nasce è segno della fiducia di Dio nell’uomo”, “conferma … della speranza che l’uomo nutre in un futuro aperto sull’eterno di Dio. A questa speranza dell’uomo Dio ha risposto nascendo nel tempo come piccolo essere umano”.







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