La visita del Papa all’Ospedale romano di San Giovanni Battista del Sovrano Militare
Ordine di Malta
Domani mattina Benedetto XVI si recherà in visita all’Ospedale romano di San Giovanni
Battista del Sovrano Militare Ordine di Malta, dove celebrerà la Santa Messa. All’arrivo
all’ospedale, il Santo Padre sarà accolto dal Principe e Gran Maestro dell’Ordine,
Fra’ Andrew Bertie, e dai cardinali Camillo Ruini, vicario generale per la diocesi
di Roma, e Pio Laghi, “cardinalis patronus” dell’ordine. All’interno della struttura,
il Santo Padre riceverà poi l’omaggio di alcuni membri del Sovrano Consiglio. La nostra
emittente seguirà la visita del Papa in radiocronaca diretta in lingua italiana a
partire dalle ore 8.50 circa sull’onda media di 585 kHz e in modulazione di frequenza
di 105 MHz. Ma qual è la missione del Sovrano Ordine di Malta, Giovanni Peduto
lo ha chiesto all’ospedaliere dell’Associazione dei Cavalieri Italiani, il dottor
Marcello Sacchetti: R.
– La missione dell’Ordine di Malta, fin dai tempi della sua fondazione a Gerusalemme,
più di 900 anni fa, è stata quella di un Ordine ospedaliero che nacque creando un
ospedale a Gerusalemme per curare i pellegrini. Poi è diventato un Ordine anche militare
per la difesa dei pellegrini e delle strutture ospedaliere. E quindi con lo scopo
di curare i pellegrini in viaggio: questa continua ad essere oggi la missione dell’Ordine,
in tutto il mondo.
D. – E … il legame tra l’Ordine
e la Santa Sede?
R. – E’ un legame molto preciso
perché l’Ordine di Malta è un Ordine religioso, tanto che le autorità, incominciando
da Sua Altezza, il Gran Maestro, sono frati, per cui è a tutti gli effetti un Ordine
religioso. Non tutti noi cavalieri siamo frati – io non lo sono, per esempio – però
le autorità, l’Ordine è retto da frati, per cui è un Ordine religioso che risponde
direttamente alla Santa Sede.
D. – Qual è la fisionomia
del vostro ospedale che Benedetto XVI si accinge a visitare?
R.
– Il nostro ospedale è nato nel 1972 come un ospedale di neuroriabilitazione. Oggi
abbiamo allargato la riabilitazione ad altri settori: la riabilitazione cardiocircolatoria,
ortopedica, etc. E abbiamo un’unità di risveglio per le conseguenze di incidenti,
fondamentalmente, o di ictus, per pazienti che vanno in coma.
D.
– Cosa fa l’Ospedale San Giovanni Battista per l’umanizzazione delle cure e per la
salvaguardia della dignità umana dei pazienti che hanno bisogno della riabilitazione
motoria?
R. – Credo che, come ogni ospedale cattolico
o cristiano, tradizionalmente l’Ordine di Malta chiama i pazienti “signori malati”,
cioè mette il paziente al centro del nostro mondo: tutto dev’essere fatto con una
precisa attenzione all’uomo, nel suo complesso, oltre che alla specifica malattia,
perché la specifica malattia può essere guarita ma si può uccidere l’uomo, in senso
metaforico, naturalmente, se uno non fa attenzione alle necessità spirituali e anche
materiali dell’uomo nel suo complesso.