2007-12-01 18:28:35

Ai Primi Vespri della I Domenica d’Avvento Benedetto XVI ricorda ai fedeli che la preparazione al Natale è il tempo della speranza e consegna idealmente a tutta la Chiesa la sua seconda Enciclica


“L’Avvento è tempo favorevole alla riscoperta di una speranza non vaga e illusoria, ma certa e affidabile, perché ‘ancorata’ in Cristo, Dio fatto uomo”: è quanto ha detto questo pomeriggio Benedetto XVI durante la celebrazione, nella Basilica Vaticana, dei Primi Vespri della I Domenica di Avvento, offrendo idealmente a tutta la Chiesa la sua seconda Lettera Enciclica “Spe salvi” pubblicata ieri. Di fronte al “nichilismo contemporaneo che corrode la speranza nel cuore dell’uomo, inducendolo a pensare che dentro … e intorno a lui regni il nulla”, ha affermato il Papa, l’Avvento invita a riscoprire Cristo, dono di Dio all’umanità. Il servizio di Tiziana Campisi:RealAudioMP3

“L’Avvento è per eccellenza, il tempo della speranza”, una speranza fondata “su un avvenimento che si colloca nella storia e al tempo stesso eccede la storia: Gesù di Nazaret”. Benedetto XVI si è rivolto con queste parole ai fedeli che “si preparano a celebrare la grande festa della nascita di Cristo”, poi ha ricordato che proprio al tema della speranza ha voluto dedicare la sua seconda Enciclica:

“Sono lieto di offrirla idealmente a tutta la Chiesa in questa prima Domenica di Avvento, affinché, durante la preparazione al Santo Natale, le comunità e i singoli fedeli possano leggerla e meditarla, per riscoprire la bellezza e la profondità della speranza cristiana”.

E’ una speranza che nasce dalla fede in Dio Amore quella cristiana, ha spiegato il Papa, che la religiosità pagana non possedeva così come non la possiede “il paganesimo dei nostri giorni”, ha detto Benedetto XVI, il “nichilismo contemporaneo” in particolare che conduce l’uomo al nulla:

“ … corrode la speranza nel cuore dell’uomo, inducendolo a pensare che dentro di lui e intorno a lui regni il nulla: nulla prima della nascita, nulla dopo la morte. In realtà, se manca Dio, viene meno la speranza. Tutto perde di ‘spessore’”.

“Ogni uomo è chiamato a sperare corrispondendo all’attesa che Dio ha su di lui”, ha aggiunto poi il Santo Padre. Ciò che “manda avanti il mondo” è “la fiducia che Dio ha nell’uomo”, “che ha il suo riflesso nei cuori dei piccoli, degli umili, quando attraverso le difficoltà e le fatiche si impegnano ogni giorno a fare del loro meglio, a compiere quel poco di bene che però agli occhi di Dio è tanto: in famiglia, nel posto di lavoro, a scuola, nei diversi ambiti della società”. “Siamo fatti per la vita eterna e beata” ha concluso Benedetto XVI ricordando che Dio è vita e che “ogni bambino che nasce è segno della fiducia di Dio nell’uomo”, “conferma … della speranza che l’uomo nutre in un futuro aperto sull’eterno di Dio. A questa speranza dell’uomo Dio ha risposto nascendo nel tempo come piccolo essere umano”.








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