La Croce Rossa denuncia che lo stupro è “un’arma da guerra” nell’est della Repubblica
Democratica del Congo
“Un’arma da guerra” utilizzata da tutti i gruppi attivi nell’est della Repubblica
Democratica del Congo. E’ lo stupro, un dramma che, secondo il Comitato internazionale
della Croce Rossa, serve “a terrorizzare la popolazione o ad intimidirla”. Alla sistematicità
della violenza sulle donne, definita “scioccante”, si aggiunge poi la mancanza di
strutture sanitarie e psicologiche di sostegno adeguate. Le regioni maggiormente interessate
dal fenomeno – rende noto l’agenzia Misna – sono quelle del Nord e del Sud Kivu. In
quest'ultima regione, da alcune settimane, è iniziata una vasta campagna di informazione:
si stima, che nel solo ospedale Panzi di Bukavu, arrivino ogni giorno almeno 10 vittime
di violenze sessuali. Dal 2000, sono stati oltre 16 mila i casi di stupro registrati
dalla struttura. Gli esperti ritengono si tratti solo della “punta di un iceberg”:
le donne, vittime di violenze che si recano in ospedale per ricevere le dovute cure,
sono infatti solo la minoranza. A frenarle è, spesso, il timore dello “stigma” sociale
o, più semplicemente, l’assenza di strutture sanitarie. Molte donne restano, così,
vittime invisibili. (A.L.)