2007-11-30 15:18:14

Accordo tra Croce Rossa e Mezzaluna Rossa per l’ingresso di ambulanze palestinesi a Gerusalemme Est. Commento di mons. Tomasi


Una risoluzione che ha permesso l’ingresso ieri di ambulanze palestinesi in territorio israeliano: è stata firmata a Ginevra nell’ambito della 30esima Conferenza internazionale della Croce Rossa e della Mezzaluna Rossa, che si conclude oggi. A confermarlo nell’intervista di Fausta Speranza è l’arcivescovo Silvano Maria Tomasi che ha partecipato in qualità di osservatore permanente della Santa Sede presso l'Ufficio ONU e Istituzioni specializzate a Ginevra:RealAudioMP3


R. – In questa XXX Conferenza della Croce Rossa e della Mezzaluna Rossa, sono state discusse varie attività necessarie per rafforzare l’aspetto umanitario nel mondo di oggi, dove ci sono tante tragedie e tante difficoltà. I punti che questa volta si sono voluti enfatizzare soprattutto, sono stati quelli che riguardano disastri naturali o creati dall’uomo e vedere come le conseguenze di queste tragedie possono essere alleviate attraverso una solidarietà umana, efficace soprattutto da parte delle società membro della Croce Rossa. E’ stato un dibattito vivace, interessante; c’erano più di 3 mila persone che rappresentavano un po’ tutto il mondo. Uno degli aspetti che è emerso durante queste discussioni, questi incontri, è stato il rapporto tra il gruppo palestinese, i rappresentanti della Mezzaluna Rossa palestinese, e quello della società equivalente di Israele, che si chiama Magen David Adom. Sembrava impossibile arrivare ad una conclusione concordata. E invece con fatica e con l’aiuto dell’Unione Europea e di altri ambasciatori, anche dall’America Latina, e soprattutto con la buona mediazione del rappresentante degli Stati Uniti, si è riusciti a mettersi d’accordo su una risoluzione accettata per consenso da tutti, quindi da tutto il mondo arabo e da tutto il mondo islamico e dal mondo occidentale e dal mondo africano. La risoluzione rende possibile che le ambulanze che portano il segno dell’Associazione palestinese della Mezzaluna Rossa possano entrare a Gerusalemme Est e prendersi cura della popolazione nelle emergenze. Questo è un passo importante perché mostra la possibilità di lavorare assieme in un territorio che è veramente difficile. Questa esperienza potrebbe anche essere presa come un simbolo di speranza che nel Medio Oriente di oggi, tra palestinesi e israeliani, si possa arrivare ad una formula più ampia di collaborazione e di rispetto reciproco che possa garantire la pace e che poi è l’obiettivo politico che è stato raggiunto, in qualche modo, ad Annapolis nei giorni scorsi. Si è rafforzata la decisione comune di dialogare, di incontrarsi regolarmente, di procedere verso la costruzione di due Stati veramente amici, anche se ci vorrà un po’ di tempo.

 
D. – Prof. Tomasi, le migrazioni sono una delle quattro priorità, con le pandemie, la violenza urbana e il degrado ambientale, indicate nella Conferenza di Ginevra. Lei, tra l’altro, ha partecipato in questi giorni anche ad un incontro internazionale proprio sulle migrazioni. Quali sono le sfide e gli obiettivi, in tema di migrazione internazionale?

 
R. – Certamente, è un fatto ormai conosciuto che le migrazioni stanno diventando una delle grandi priorità del mondo internazionale, insieme all’energia, insieme alla pace, all’abolizione dei conflitti. E’ normale che sia così, perché ci sono più di 200 milioni di persone che vivono e lavorano fuori del Paese in cui sono nati o di cui sono cittadini. Poi, le migrazioni per lavoro, in particolare, diventano la fetta dominante di questo movimento globale di popolazione. Il 3 per cento dei tre miliardi di lavoratori di questo mondo sono migranti, quindi parliamo di una fetta molto consistente. Davanti a questa realtà, la comunità internazionale cerca di gestire questi flussi in una maniera ordinata e in una maniera efficiente, che possano procurare benessere per i Paesi di partenza e benessere per i Paesi di arrivo. Però, e qui è un po’ il punto che ha fatto la delegazione della Santa Sede in questi giorni, noi vediamo che in questa programmazione politica l’accento viene messo quasi esclusivamente sulla produttività e il benessere economico che le migrazioni possono dare. Quindi, le migrazioni vengono viste in funzione dell’economia, mentre la tradizione della Chiesa, della dottrina sociale cristiana è che la persona, anche nel caso delle migrazioni, deve rimanere al centro dell’attenzione. E quindi, partendo da un discorso più globale, cioè comprensivo di diritti umani, di rispetto dei diritti delle popolazioni che ricevono i migranti, dei migranti e dei Paesi da cui provengono questi flussi, noi possiamo creare veramente una politica più costruttiva e più efficace a lungo andare.

Nel suo intervento a Ginevra mons. Tomasi ha sottolineato inoltre l’importanza di lavorare insieme in tutto il contesto internazionale per un’assistenza che non sia mera pietà ma “supporto psicologico, morale e spirituale”, fondato sul rispetto della dignità di ogni persona umana.







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