KIRGHIZISTAN Una Chiesa piccola, ma molto presente nell’apostolato
KÖNIGSTEIN, 26 nov ’07 - La Chiesa cattolica nel Kirghizistan ha poche centinaia
di fedeli, ma è dedita a diverse forme di apostolato, soccorrendo i bisognosi nonostante
le difficoltà e la scarsità di mezzi. Lo ha spiegato il mons. Nikolaus Messmer, amministratore
apostolico per il Kirghizistan, rivelando all’Opera pontificia “Aiuto alla Chiesa
che Soffre” (ACS) le speranze che ripone nelle elezioni parlamentari che si svolgeranno
il 16 dicembre nel Paese. Il presule - riferisce un comunicato di ACS - auspica “un
buon governo che rispetti le sue responsabilità”. In Kirghizistan i cattolici sono
oggi appena 600 su una popolazione di circa 5,1 milioni di abitanti, per il 75% musulmani
e il 20% russi ortodossi. La maggior parte sono di origine tedesca. La Chiesa è molto
attiva nel campo sociale. Particolarmente rilevante è l’azione dei religiosi cattolici
nelle prigioni. Secondo mons. Messmer, una delle sfide più grandi è la costruzione
delle strutture della Chiesa in questa ex Repubblica sovietica: in tutto il Kirghizistan
ci sono infatti solo sette sacerdoti che devono assistere fedeli sparsi in un territorio
molto vasto diviso in tre parrocchie. Il presule si rammarica che nella capitale Bishkek
non ci sia una chiesa cattolica, pur essendo sede episcopale. Al momento le liturgie
si celebrano in una casa usata come chiesa. Pensare a una cattedrale – afferma il
vescovo - è per ora solo “un sogno”. Malgrado tutte le difficoltà egli si dice ottimista
per il futuro e sottolinea che non ci sono problemi di convivenza con i musulmani.
Ha inoltre aggiunto di voler intensificare l’opera pastorale della Chiesa, esprimendo
la proria gratitudine per ogni aiuto che potrà ricevere dall’estero. Aiuto alla Chiesa
che Soffre ha deciso di finanziare il progetto per la costruzione di un centro parrocchiale
cattolico con un contributo di 20.000 euro. (ZENIT/ACS – ZENGARINI)