2007-11-25 16:18:00

XXVII convegno MPV: "La legge sull'aborto va cambiata"


E’ necessario riformare la legge 194 sull’aborto e creare consultori in favore della vita contrastando le logiche di morte. E’ la sfida lanciata dal XXVII Convegno nazionale dei Centri di aiuto alla vita che si chiude oggi a Roma dopo tre giorni di lavori. L’iniziativa dal tema “30 anni di legge 194” ha visto tra l’altro l’intervento del Segretario Generale della Cei mons. Giuseppe Betori il quale ha sottolineato la necessità di tutelare la persona umana “fin dal primo momento della sua esistenza, dal concepimento” fino al suo termine naturale. Al microfono di Massimiliano Menichetti il presidente del Movimento per la Vita Carlo Casini:RealAudioMP3


R. – La legge 194 è purtroppo diventata, nella dominante cultura italiana, intoccabile: guai a chi parla di modificare la legge! Noi diciamo che ora basta. Sono passati 30 anni, è dunque lecito riflettere di nuovo, tanto più che quando questa legge fu emanata, fu promessa una revisione, formalmente. Sappiamo esattamente quali sono stati gli effetti della legge: 4 milioni 800 mila bambini condannati a morte, uccisi. E’ necessario ricominciare a parlare della legge e modificarla. In sostanza, la domanda fondamentale che tutti dovrebbero porsi è: se noi, con pochi mezzi, abbiamo potuto salvare dall’aborto 85 mila bambini – e questo significa aver salvato anche le loro madri – quanto maggiore potrebbe essere l’effetto di un’azione dello Stato e delle istituzioni in questo senso?!

 
D. – Anche il segretario generale della CEI, mons. Giuseppe Betori, a margine del convegno nazionale dei Centri di aiuto alla vita, ha ribadito: “La 194 può essere riformata”. Cosa va cambiato?

 
R. – Bisogna che i consultori si trasformino e diventino in forma pubblica un modo di esprimere solidarietà nei confronti della donna in difficoltà, così come ora fanno i Centri di aiuto alla Vita. Bisogna che il valore della vita, il diritto alla vita fin dal concepimento sia manifestazione formale legislativa. Il ministro, nella sua relazione annuale, non deve poi mostrare solo i dati di quanti bambini sono stati uccisi con l’aborto, ma indichi quanti ne sono stati salvati dalle strutture della legge e del volontariato.

 
D. – Come movimento per la vita il vostro cavallo di battaglia è: ascoltare, informare, sostenere ...

 
R. – Noi vogliamo consultori trasformati, riformati che svolgano essi il ruolo dei Centri di Aiuto alla Vita, cioè che non autorizzino l’aborto ma che viceversa siano preposti a fare tutto il possibile per prevenire l’aborto, anche con potere di iniziativa, cercando le donne in difficoltà che vengono segnalate. Questo significa avviare una collaborazione molto intensa.
Nell’immediato, prima di una riforma dei consultori che noi auspichiamo, dovrebbe essere introdotto l’obbligo da parte delle autorità consultoriali, di avvisare i Centri di Aiuto alla Vita ogni volta che affrontano un caso.







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