2007-11-24 15:19:03

Suggestioni e colori del Concistoro. Il saluto del Papa ai fedeli in Piazza San Pietro: la Chiesa abbraccia tutti i popoli


La commozione per la situazione della Chiesa in Iraq ha caratterizzato in modo particolare la creazione dei nuovi cardinali presieduta da Benedetto XVI. Ritorniamo allora su questo e sugli aspetti salienti della cerimonia di stamattina nel racconto di Alessandro De Carolis:RealAudioMP3

 
(canto)

 
(In latino: Benedetto XVI chiama i neo-cardinali)

 
Ogni applauso è l’eco di un affetto e un segno di riconoscenza. Ma in quello, più simile a un’ovazione, che riverbera nella Basilica al nome del patriarca di Babilonia dei Caldei, Emmanuel III Delly, è celata anche l’eco di un dolore che viene da lontano, e il segno è quello impresso per emblema sul rosso della veste patriarcale: il colore del “sangue” e delle “lacrime” del popolo iracheno, dei cristiani rimasti in Iraq e di quelli resi senza terra da un conflitto che da anni demolisce la terra di Abramo. E’ qui, in questo squarcio di consapevole durezza che irrompe nella solennità del rito, la nota simbolica più intensa del Concistoro dell’anno 2007. La pioggia minacciata ma rimasta solo nelle previsioni ha dato un inconsapevole contributo allo svolgersi di una cerimonia altamente suggestiva, prevista inizialmente in Piazza San Pietro - comunque affollata - ma poi per precauzione spostata nella splendida cornice della Basilica, anch’essa stipata di fedeli e oggi simmetricamente suddivisa, nelle prime file, dal rosso dei cardinali, a sinistra dell’altare della Cattedra, e a destra dal viola dei presuli.

 
Due tonalità e due simmetrie che danno l’idea del succedersi gerarchico e dell’unità con il Pontefice, significato questo che oggi, più di ogni altra circostanza - specie nel rapporto privilegiato tra il Papa e le porpore - è al centro dei pensieri di Benedetto XVI e dei 23 nuovi cardinali. Le nuove nomine riportano a 120 il numero degli elettori, secondo il limite stabilito da Paolo VI, ma soprattutto portano a 69 Paesi i Paesi rappresentati qui, a fianco del Papa, nel cuore Chiesa universale. Uomini che hanno dimostrato di aver servito con dedizione la causa del Vangelo e che oggi - come reciterà alla fine una intenzione della preghiera universale - devono considerare “la dignità alla quale sono stati chiamati, come segno che sollecita un più grande amore per la Chiesa”. Una responsabilità espressa con le parole dell’antica formula latina: “Prometto e giuro di rimanere, da ora e per sempre finché avrò vita, fedele a Cristo e al suo Vangelo…”.

 
(In latino: formula di giuramento dei cardinali)

 
L’applauso torna a riempire le volte di San Pietro quando, uno alla volta, i nuovi cardinali vanno ad inginocchiarsi davanti a Benedetto XVI, ricevono da lui la berretta rossa e il possesso di una Chiesa romana, dove si recano subito dopo. Negli occhi di chi è presente e di chi guarda la cerimonia in televisione resta l’abbraccio, prolungato, commosso, del Papa con il patriarca Delly. Un abbraccio che si prolunga idealmente quando poco dopo, tra lo sventolio di molte bandiere irachene, Benedetto XVI rivolge questo suo saluto alla folla della Piazza:

 
"Cari fratelli e sorelle! Benvenuti qui! Grazie per la vostra presenza, per la vostra partecipazione a questo importante evento della Chiesa cattolica, la creazione di nuovi cardinali, che riflettono l’universalità della Chiesa, la sua cattolicità. La Chiesa parla in tutte le lingue, abbraccia tutti i popoli, tutte le culture e preghiamo che il Signore benedica questi nuovi cardinali. A voi tutti auguro una buona domenica, buon ritorno! Grazie per la vostra presenza!" .

 
(applausi)

 
Oggi pomeriggio, dalle 16.30 alle 18.30, si svolgeranno le tradizionali visite di cortesia ai nuovi cardinali. Domani mattina, come abbiamo già detto, il Papa presiederà nella Basilica Vaticana la Santa Messa con i nuovi porporati ai quali consegnerà l'anello cardinalizio. La Radio Vaticana trasmetterà la cronaca dell’evento a partire dalle 10.20 sulle consuete frequenze con commenti in italiano, francese, tedesco, inglese, spagnolo e portoghese.
 







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