2007-11-24 11:36:14

La vera grandezza del cristiano è nel servire, non nel dominare: così, Benedetto XVI nel Concistoro per la creazione di 23 nuovi cardinali. L’invito del Papa: siate testimoni della speranza evangelica


Ogni vero discepolo di Gesù condivida la Sua passione, senza rivendicare alcuna ricompensa: è l'esortazione rivolta da Benedetto XVI ai 23 nuovi cardinali, di cui 18 elettori, creati dal Papa nel Concistoro celebrato stamani nella Basilica Vaticana. Una cerimonia emozionante, come il Papa stesso ha detto, perché esprime in modo eloquente l’unità dei cardinali attorno al Successore di Pietro. Sul discorso del Pontefice, che ha preceduto la consegna della berretta cardinalizia ai 23 porporati, il servizio di Alessandro Gisotti:RealAudioMP3


Una “provvidenziale occasione” per offrire “alla città di Roma e al mondo intero, la testimonianza di quella singolare unità che stringe i cardinali attorno al Papa”: così, Benedetto XVI ha sintetizzato lo straordinario valore dell’odierno Concistoro per la creazione di 23 nuovi cardinali. Un “eloquente segno di unità cattolica”, ha detto, che suscita “ogni volta un’emozione speciale”. Ha così commentato il passo del Vangelo di Luca nel quale i discepoli manifestano un’ambizione arrivista nel rivendicare per se stessi i posti migliori nel regno messianico. Gesù, ha avvertito Benedetto XVI, corregge la loro “concezione grossolana del merito” secondo la quale “l’uomo può acquistare dei diritti nei confronti di Dio”. Un richiamo quanto mai attuale:

 
"L’evangelista Marco ci ricorda, cari e venerati Fratelli, che ogni vero discepolo di Cristo può aspirare ad una cosa sola: a condividere la sua passione, senza rivendicare alcuna ricompensa. Il cristiano è chiamato ad assumere la condizione di 'servo' seguendo le orme di Gesù, spendendo cioè la sua vita per gli altri in modo gratuito e disinteressato. Non la ricerca del potere e del successo, ma l’umile dono di sé per il bene della Chiesa deve caratterizzare ogni nostro gesto ed ogni nostra parola. La vera grandezza cristiana, infatti, non consiste nel dominare, ma nel servire".

 
“Ecco l’ideale che deve orientare il nostro servizio”, ha detto il Papa sottolineando che, ai nuovi porporati, il Signore chiede e affida “il servizio dell’amore” fino all'effusione del sangue:

 
"Amore per Dio, amore per la sua Chiesa, amore per i fratelli con una dedizione massima ed incondizionata, usque ad sanguinis effusionem, come recita la formula per l’imposizione della berretta e come mostra il colore rosso degli abiti che indossate".
 
L’odierna cerimonia, ha costatato, sottolinea la grande responsabilità che pesa sui cardinali, chiamati da Cristo a “confessare davanti agli uomini la sua verità, di abbracciare e condividere la sua causa”. Un annuncio, è stata la sua esortazione, da compiere “con dolcezza e rispetto, con una retta coscienza”, cioè “con quell’umiltà interiore che è frutto della cooperazione con la grazia di Dio”. E’, ha avvertito il Papa, una responsabilità non priva di rischi, ma come ricorda San Pietro “è meglio, se così vuole Dio, soffrire operando il bene piuttosto che fare il male”. Benedetto XVI si è soffermato sul ruolo del Sacro Collegio dei cardinali nel quale, ha spiegato rivive l’antico presbyterium del Vescovo di Roma i cui componenti “mentre svolgevano funzioni pastorali e liturgiche nelle varie chiese, non gli facevano mancare la loro preziosa collaborazione” nell’adempimento “dei compiti connessi con il suo universale ministero apostolico”:

 
"I tempi sono mutati e la grande famiglia dei discepoli di Cristo è oggi disseminata in ogni continente sino agli angoli più remoti della terra, parla praticamente tutte le lingue del mondo e ad essa appartengono popoli di ogni cultura. La diversità dei membri del Collegio Cardinalizio, sia per provenienza geografica che culturale, pone in rilievo questa crescita provvidenziale ed evidenzia al tempo stesso le mutate esigenze pastorali a cui il Papa deve rispondere".
 
L’universalità, la cattolicità, ha ribadito, “si riflette pertanto nella composizione del Collegio dei cardinali”. Ognuno di voi, ha detto il Papa, rappresenta una “porzione dell’articolato Corpo mistico di Cristo che è la Chiesa diffusa dappertutto”. Quindi, ha rivolto un pensiero speciale alle comunità cristiane “più provate dalla sofferenza, da sfide e difficoltà di vario genere”.

 
"Tra queste, come non volgere lo sguardo con apprensione ed affetto, in questo momento di gioia, alle care comunità cristiane che si trovano in Iraq? Questi nostri fratelli e sorelle nella fede sperimentano nella propria carne le conseguenze drammatiche di un perdurante conflitto e vivono al presente in una quanto mai fragile e delicata situazione politica. Chiamando ad entrare nel Collegio dei Cardinali il Patriarca della Chiesa Caldea ho inteso esprimere in modo concreto la mia vicinanza spirituale e il mio affetto per quelle popolazioni".
 
Il Santo Padre ha così riaffermato “la solidarietà della Chiesa intera verso i cristiani” dell’ “amata terra” irachena, invocando da Dio misericordioso, “per tutti i popoli coinvolti, l’avvento dell’auspicata riconciliazione e della pace”. Una vicinanza alla Chiesa irachena espressa con forza anche dal neocardinale Leonardo Sandri, che ha rivolto l’indirizzo d’omaggio al Papa a nome dei nuovi porporati. Un intervento nel quale il cardinale Sandri ha messo l’accento sulla fedeltà al Successore di Pietro:

 
"Siamo e saremo al Suo fianco, Beatissimo Padre, nei momenti più impegnativi e in quelli ordinari del ministero petrino. Desideriamo rimanere con il Papa sia quando si fa servitore della verità e proclama il primato di Dio, come quando guida la Chiesa nel rinnovamento che scaturisce dalla fedeltà alla tradizione; sia quando invoca la pace, indicando la grande forza della preghiera e del dialogo, come quando promuove l'unità dei cristiani e il rispetto di tutte le religioni e le culture nella reciproca esclusione di ogni genere di violenza".
 
In questa giornata di gioia, il Papa non ha mancato di ricordare il compianto mons. Ignacy Jeż, tornato alla Casa del Padre appena prima della nomina alla dignità cardinalizia. Quindi, ha ricordato che domani, sempre nella Basilica Vaticana, celebrerà la Messa con i nuovi porporati, ai quali consegnerà l’anello cardinalizio. “Un’occasione quanto mai opportuna – è stato il suo auspicio – per riaffermare la nostra unità in Cristo e per rinnovare la comune volontà di servirLo con totale generosità”.







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