A Nazareth chiusa la Grotta dell’Annunciazione per analisi sulla roccia che presenta
segni di deterioramento. Intervista con l'archeologo padre Michele Piccirillo
A Nazareth la Grotta che, secondo la tradizione fu teatro dell’Annunciazione narrata
nel Vangelo di San Luca, è chiusa da qualche tempo e lo resterà per circa tre mesi.
Nella Grotta sono visibili infatti segni di deterioramento e sono in corso analisi
per stabilire, eventualmente, un piano di intervento per il restauro e il rafforzamento
della roccia, particolarmente friabile. Per almeno tre mesi, dunque, non sarà dunque
possibile l’accesso all’interno della Grotta, finora consentito a tutti i pellegrini.
La Basilica inferiore e quella superiore, invece, sono e resteranno aperte ai fedeli.
Nella Grotta, intanto, è iniziata l’acquisizione dei dati, attraverso il posizionamento
di sensori computerizzati. Ascoltiamo, al microfono di Amedeo Lomonaco, padre
Michele Piccirillo, archeologo e francescano della Custodia di Terra Santa.
R. -
Abbiamo messo dei sensori all’interno della Grotta per misurare l’umidità: questo
ci darà la possibilità poi di intervenire sulla roccia. C’è un problema molto grave
di umidità: la roccia si sta sfaldando. D. - In particolare,
quali segni di deterioramento destano maggiore preoccupazione?
R.
- Chi Conosce la pietra di Nazareth sa moto bene che è molto polverosa: è un calcare
molto tenero che si decompone per l’alta percentuale di umidità; in particolare, c’è
polvere che scende dal tetto. Prima la Grotta, nella vecchia chiesa francescana, era
all'interno di un'edicolache, da una parte, l’ha preservata e dall’altra, però, ha
conservato all’interno l’umidità; togliendo i marmi, è seguita questa reazione che
adesso stiamo cercando di fermare: sono stati già fatti degli esami presso il Centro
ateneo dell’Università di Firenze, dove si spera di esaminare accuratamente la roccia.
Probabilmente, per le analisi serviranno più di tre mesi e poi, dopo la festa dell’Annunciazione
a marzo, ci sarà bisogno dell’intervento.
D. - Ci
sono anche altre cause all’origine di questo processo?
R.
- La causa principale è il continuo flusso di gente nella Grotta: i troppi pellegrini.
Tutti vogliono entrare. Quindi si è deciso di chiuderla per precauzione.
D.
- L’accesso all’interno della Grotta che finora era garantito a tutti i pellegrini,
sarà assicurato anche in futuro?
R. - Se la roccia
veramente verrà consolidata, come io penso dopo aver visto il campione, si potrà
di nuovo ritornare nella Grotta; altrimenti, saranno i tecnici a dirci cosa bisognerà
fare per la sua conservazione.
D. - Padre Piccirillo,
oltre alla Grotta dell’Annunciazione ci sono anche altri luoghi, in Terra Santa, che
hanno bisogno di indagini preliminari ed eventualmente di interventi?
R.
– Sono tanti. Un po’ in tutti i luoghi visitati dai turisti, in questo caso dai pellegrini:
penso alla Cappella sul Monte degli Ulivi a Betfage: anche lì ci sono gravi problemi
di umidità.