2007-11-21 13:02:23

Il cardinale Rodriguez Maradiaga alla plenaria del Pontificio Consiglio Giustizia e Pace: non è assoluto il diritto alla proprietà privata


Il cardinale honduregno Oscar Rodriguez Maradiaga, arcivescovo di Tegucicalpa, ha aperto stamani in Vaticano il secondo e ultimo giorno dei lavori della plenaria del Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace: al centro dell'assemblea il tema dello sviluppo a 40 anni dall'Enciclica di Paolo VI Populorum Progressio. Il servizio di Paolo Scappucci:RealAudioMP3


Il cardinale Rodriguez Maradiaga ha ribadito il carattere non assoluto della proprietà privata, il primato del lavoro sul capitale e il compito insostituibile del settore agricolo, indicando poi nell'educazione liberatrice, nell'integrazione dei Paesi e nella cooperazione internazionale gli strumenti indispensabili per un nuovo ordine economico ed un autentico sviluppo.

 
Nell’evidenziare l’attualità della Enciclica di Paolo VI, il professor Enrique Colom, della Pontificia Università della Santa Croce in Roma, ha sottolineato l’imprescindibile dimensione morale dello sviluppo, che implica la necessità di elaborare modelli basati sulla verità integrale dell’uomo, rispettosi della dignità della persona, della creatività umana e dell’appartenenza di ogni uomo ad una propria cultura. Di conseguenza la cooperazione internazionale, indispensabile per lo sviluppo di tutto l’uomo e di tutti gli uomini, richiede che, al di sopra della stretta logica del mercato, vi sia la consapevolezza del dovere della solidarietà, della giustizia sociale e della carità universale.

 
Per il professor Stefano Zamagni, dell’Università di Bologna, non è accettabile l’idea che al sottosviluppo non ci sono alternative, perché la fame e la povertà possono essere sconfitte. Esse sono sempre esistite ma oggi risultano scandalose, perché non necessarie e costituiscono il fallimento non della produzione ma delle istituzioni economico-sociali che non funzionano come dovrebbero.

 
Dall’arcivescovo congolese di Kisangani, mons. Laurent Monsengwo Pasinya è giunto alla plenaria di Giustizia e Pace il grido dell’Africa insanguinata da laceranti conflitti e desiderosa di pace, un continente che non produce armi ed è invaso dal traffico incontrollato di ogni sorta di armamenti, che assiste impotente al dramma di bambini-soldato e aspira ardentemente al compiersi del profetico “forgiare le spade in aratri e le lance in falci”.

 
Dal canto suo, il professor Silvio Marcus-Helmons, emerito dell’Università Cattolica di Lovanio, ribadendo che non può darsi autentica ricerca della giustizia né stabile salvaguardia della pace senza un rigoroso rispetto dei diritti umani, ha auspicato che il Pontificio Consiglio si faccia promotore di un lavoro approfondito di sensibilizzazione ai diritti umani stessi attraverso l’insegnamento, da realizzarsi anzitutto nelle scuole cattoliche già a livello primario, ma poi ampiamente a livello di studi secondari.

 
Con una solenne concelebrazione eucaristica a Santa Maria in Trastevere si conclude stasera la plenaria e comincia domani pomeriggio all’Hotel Ergife di Roma il II Congresso mondiale degli organismi ecclesiali operanti per la giustizia e la pace sul tema: “ 40.mo della Populorum Progressio: lo sviluppo di tutto l’uomo e di tutti gli uomini”, cui partecipano oltre 300 delegati da più di 80 Paesi dei cinque continenti.







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