2007-11-19 19:35:35

REGNO UNITO L’impegno della Chiesa per i diritti umani deve continuare, affermano vescovi



LONDRA, 19 nov ’07 - La distanza presa dalla Chiesa nei confronti Amnesty International in materia di aborto non impedisce ai fedeli e alle istituzioni cattoliche di proseguire “il loro impegno in difesa dei diritti umani dei poveri, dei più vulnerabili e degli oppressi nel mondo”. È quanto precisa una lettera dei vescovi inglesi e gallesi alle scuole cattoliche del Regno Unito in merito all’atteggiamento da tenere verso l’organizzazione, dopo la sua controversa decisione di sostenere l’aborto per le donne vittime di violenze o il cui stato di salute possa mettere in pericolo la gravidanza. “Purtroppo – afferma la lettera, firmata da mons. Crispian Hollis, presidente del dipartimento per gli affari internazionali – questa nuova politica ha messo in difficoltà tutte le istituzioni cattoliche che con essa hanno collaborato a vario titolo sin dalla sua fondazione nel 1961”. “I cattolici – precisano i vescovi - condividono il mandato originale di Amnesty International, la sua battaglia contro le violenze ai danni delle donne e riconosce il prezioso lavoro da essa svolto in questi anni. Tuttavia qualsiasi attentato al diritto fondamentale alla vita dalle sue origini, quando è più indifesa, è troppo importante per essere ignorato”. In queste condizioni, le scuole cattoliche, le parrocchie, come i singoli fedeli, devono trovare altri modi e organizzazioni per proseguire il loro impegno a favore dei prigionieri di coscienza e di tutte le vittime di torture e violenze nel mondo: “È essenziale – conclude il testo - che esse continuino il loro lavoro per la giustizia mettendo in pratica gli insegnamenti sociali della Chiesa”.
(Dichiarazione – ZENGARINI)








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