REGNO UNITO L’impegno della Chiesa per i diritti umani deve continuare, affermano
vescovi
LONDRA, 19 nov ’07 - La distanza presa dalla Chiesa nei confronti Amnesty International
in materia di aborto non impedisce ai fedeli e alle istituzioni cattoliche di proseguire
“il loro impegno in difesa dei diritti umani dei poveri, dei più vulnerabili e degli
oppressi nel mondo”. È quanto precisa una lettera dei vescovi inglesi e gallesi alle
scuole cattoliche del Regno Unito in merito all’atteggiamento da tenere verso l’organizzazione,
dopo la sua controversa decisione di sostenere l’aborto per le donne vittime di violenze
o il cui stato di salute possa mettere in pericolo la gravidanza. “Purtroppo – afferma
la lettera, firmata da mons. Crispian Hollis, presidente del dipartimento per gli
affari internazionali – questa nuova politica ha messo in difficoltà tutte le istituzioni
cattoliche che con essa hanno collaborato a vario titolo sin dalla sua fondazione
nel 1961”. “I cattolici – precisano i vescovi - condividono il mandato originale di
Amnesty International, la sua battaglia contro le violenze ai danni delle donne e
riconosce il prezioso lavoro da essa svolto in questi anni. Tuttavia qualsiasi attentato
al diritto fondamentale alla vita dalle sue origini, quando è più indifesa, è troppo
importante per essere ignorato”. In queste condizioni, le scuole cattoliche, le parrocchie,
come i singoli fedeli, devono trovare altri modi e organizzazioni per proseguire il
loro impegno a favore dei prigionieri di coscienza e di tutte le vittime di torture
e violenze nel mondo: “È essenziale – conclude il testo - che esse continuino il loro
lavoro per la giustizia mettendo in pratica gli insegnamenti sociali della Chiesa”. (Dichiarazione
– ZENGARINI)