All’Angelus, l’appello del Papa per le popolazioni del Bangladesh devastato dal
ciclone Sidr. Il Santo Padre invita i fedeli a confidare nell’amore di Gesù anche
di fronte alle calamità naturali
Benedetto XVI è vicino alle popolazioni del Bangladesh devastato dal ciclone Sidr.
All’Angelus, in Piazza San Pietro, il Papa ha rivolto un appello alla comunità internazionale,
affinché si prodighi per aiutare quanti sono provati da questa calamità naturale.
Il Papa ha anche ricordato la figura di Antonio Rosmini, che verrà beatificato oggi
pomeriggio a Novara. Quindi, ha chiesto il bando delle mine antiuomo, in occasione
dell’apertura di una Conferenza internazionale su questi terribili ordigni, al via
oggi in Giordania. Il servizio di Alessandro Gisotti:
Anche
di fronte alle calamità naturali, raccogliamo l’invito di Gesù ad affrontare gli eventi
quotidiani, “confidando nel suo amore provvidente”. E’ l’esortazione di Benedetto
XVI, che all’Angelus ha rivolto un pensiero speciale alle popolazioni del Bangladesh,
devastato da un terribile ciclone che ha seminato morte e distruzione. Il Papa ha
assicurato la sua vicinanza a quanti soffrono ed ha lanciato un accorato appello:
"Faccio
appello alla solidarietà internazionale, che già si è mossa per far fronte alle immediate
necessità. Incoraggio a porre in atto ogni possibile sforzo per soccorrere questi
fratelli così duramente provati". Prima
dell’appello per il Bangladesh, il Papa si è soffermato sulla pagina evangelica della
domenica, che riferisce dell’esortazione di Gesù ai suoi discepoli affinché non abbiano
paura, ma affrontino con coraggio e fiducia le incomprensioni e le persecuzioni. Sin
dall’inizio, ha detto il Pontefice, la Chiesa “vive nell’attesa orante del suo Signore,
scrutando i segni dei tempi e mettendo in guardia i fedeli dai ricorrenti messianismi,
che di volta in volta annunciano come imminente la fine del mondo”:
"In
realtà, la storia deve fare il suo corso, che comporta anche drammi umani e calamità
naturali. In essa si sviluppa un disegno di salvezza a cui Cristo ha già dato compimento
nella sua incarnazione, morte e risurrezione. Questo mistero la Chiesa continua ad
annunciare ed attuare con la predicazione, con la celebrazione dei sacramenti e la
testimonianza della carità". “Non
temiamo per l’avvenire”, ha proseguito, “anche quando esso ci può apparire a tinte
fosche, perché il Dio di Gesù Cristo che ha assunto la storia per aprirla al suo compimento
trascendente” ne è “il principio e la fine”. "Egli
ci garantisce che in ogni piccolo ma genuino atto di amore c’è tutto il senso dell’universo,
e che chi non esita a perdere la propria vita per Lui, la ritrova in pienezza". Benedetto
XVI ha quindi rivolto il pensiero all’odierna Beatificazione di Antonio Rosmini, tratteggiando
la figura e il carisma di questo sacerdote e uomo di cultura, “animato da fervido
amore per Dio e per la Chiesa”:
"Testimoniò la
virtù della carità in tutte le sue dimensioni e ad alto livello, ma ciò che lo rese
maggiormente noto fu il generoso impegno per quella che egli chiamava “carità intellettuale”,
vale a dire la riconciliazione della ragione con la fede. Il suo esempio aiuti la
Chiesa, specialmente le comunità ecclesiali italiane, a crescere nella consapevolezza
che la luce della ragione umana e quella della Grazia, quando camminano insieme, diventano
sorgente di benedizione per la persona umana e per la società". Il
Papa ha poi sottolineato l’esempio di carità offerto dalle persone consacrate ed in
particolare da quelle chiamate alla contemplazione nei monasteri di clausura. A loro,
alle quali la Chiesa dedica una Giornata speciale il prossimo 21 novembre, dobbiamo
tanto, ha detto, ribadendo che i monasteri sono delle oasi spirituali le quali ci
indicano che Dio e il suo amore sono l’ultima ragione per cui vale la pena vivere.
Parole corredate da una profonda riflessione proprio sulla forza dell’amore cristiano:
"La
fede che opera nella carità è il vero antidoto contro la mentalità nichilista, che
nella nostra epoca va sempre più estendendo il suo influsso nel mondo". Il
Papa non ha mancato di fare riferimento all’Assemblea degli Stati che hanno sottoscritto
la Convenzione contro le mine antiuomo, al via oggi in Giordania. La Santa Sede, ha
ricordato, è uno dei principali promotori della Convenzione. Ha, così, espresso l’augurio
e l’incoraggiamento per il buon esito della conferenza, “affinché questi ordigni,
che continuano a seminare vittime, tra cui molti bambini, siano completamente banditi”.
Infine, salutando i pellegrini di lingua francese, ha ricordato che ricorre oggi la
Giornata internazionale contro gli incidenti stradali. Il Papa ha chiesto di
“raddoppiare gli sforzi per essere prudenti, al fine di proteggere la propria
vita e quella degli altri”.