2007-11-17 14:44:01

La visita del cardinale Martino in Madagascar


Cento anni fa, esattamente il 21 giugno 1907, nella diocesi di Ambatondrazaka, in Madagascar, veniva amministrato il primo battesimo, inizio di una feconda fioritura apostolica che oggi sta vivendo abbondanti frutti pastorali. Per celebrare degnamente il centenario e farne il punto di partenza di nuovi sviluppi apostolici, la diocesi -sotto la guida illuminata del suo vescovo, monsignor Antonio Scopelliti - ha indetto un anno giubilare scegliendo quale tema di riflessione e approfondimento lo stesso che Benedetto XVI ha stabilito per la seconda assemblea sinodale per l'Africa (2009), e cioè l'impegno della Chiesa al servizio della riconciliazione, della giustizia e della pace. A solennizzare e dare maggior impulso allo svolgimento del giubileo, in consonanza con il tema prescelto, è stato invitato il presidente del Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace, che  si è recato nel Madagascar in visita pastorale dall'8 al 13 novembre scorsi.

L’organizzazione per  il viaggio pastorale ha previsto una fitta agenda di impegni con visite ed incontri a  Tananarive, Moramanga, Andilanatoby, Ambatondrazaka, Anjiro. Insieme al nunzio in Madagascar, il porporato ha avuto incontri con la Conferenza episcopale del Madagascar, con i sacerdoti, religiosi e i fedeli del Paese nonché con le autorità civili e politiche. Nei suoi discorsi il presidente del Consiglio Pontificio “Giustizia e Pace” non si è stancato di ribadire come per la Chiesa i termini Giustizia e Pace siano intimamente collegati al tema della riconciliazione e a quello dello sviluppo. Il momento più importante della visita pastorale del porporato è stato quello della celebrazione eucaristica ad Ambatondrazaka dinanzi a  migliaia di fedeli, e nell’omelia ha ricollegato il tema generale del giubileo alla gioiosa esperienza della vita che evoca l’anelito della risurrezione, e all’impegno di andare controcorrente in un mondo dove  sono coltivate in modo latente o palese varie forme che esprimono una certa diffusa cultura della morte.







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