2007-11-17 14:21:51

Appello del cardinale López Trujillo ai Paesi latinoamericani: no alla legalizzazione dell'aborto


Si vanno estendendo in America Latina le legislazioni abortiste: su 16 Paesi, in tre l’aborto è legalizzato, in 6 è depenalizzato, mentre in 7 è ancora illegale. Ma altri governi stanno tentando di introdurre leggi sulla interruzione volontaria della gravidanza. E’ il caso dell’Uruguay, dove il Senato ha dato il via libera alla depenalizzazione. Si attende adesso la decisione della Camera. I vescovi uruguayani hanno pubblicato un coraggioso documento in difesa della vita nascente. Ascoltiamo in proposito il cardinale Alfonso López Trujillo, presidente del Pontificio Consiglio per la Famiglia, intervistato da Sergio Centofanti:RealAudioMP3


R. – E’ una situazione delicata, complessa in cui in alcune Nazioni cresce la voglia di legalizzare l’aborto, soprattutto per la via della depenalizzazione, e aprire quindi la porta a tutti gli effetti e le conseguenze che non mostrano una società umana ma una società che diventa crudele per via di queste leggi inique. Sono leggi che non hanno la forza della legge! Dunque, i vescovi hanno presentato una riflessione molto chiara, molto profonda in questo documento, che si chiama “Defendiendo la vida humana ganamos todos”, cioè nella difesa della vita umana vinciamo tutti. Questa è la verità e in questo senso l’insegnamento dei vescovi è molto attuale, molto profondo. Ci aspettiamo che sia bene accolto dagli uruguayani e speriamo anche nel fatto che il presidente sembra contrario all’aborto e che non accetterebbe una tale legge: speriamo che sia così! Questo sarebbe un bell’esempio ...

 
D. – Cresce nell’opinione pubblica mondiale il rifiuto della pena di morte. Perché non c’è un uguale mobilitazione nei confronti della difesa dell’inizio della vita umana, della difesa di innocenti che non hanno voce?

 
R. – Questa è una buona riflessione. Alcuni aspetti mobilitano l’opinione pubblica, come abbiamo visto in questi giorni alle Nazioni Unite. Ma è curioso che l’opinione pubblica non sia ugualmente mobilitata riguardo a questa “pena di morte” che subiscono i bambini più innocenti nel ventre della madre. Un bambino non è colpevole di niente e dunque non può essere vittima, e la prima punizione – invece – nell’aborto è contro il bambino che viene distrutto: si annulla il bambino, e annullare una vita umana – così si diceva già nel Talmud – è come se si dicesse che tutto il mondo dev’essere eliminato. Speriamo che nei Parlamenti di altre Nazioni prevalga un po’ il buonsenso e che in quelli dove già esistono legislazioni permissive, possano andare verso una riflessione nuova. Ad ogni modo, dobbiamo ricordare che i cattolici e le persone in genere – non è soltanto una questione di cattolici o meno – sono chiamati a una vera obiezione di coscienza.







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