Rafforzare l’impegno contro ogni forma di schiavitù: l’esortazione di mons. Marchetto
all’incontro in Ghana su “Migrazioni e nuove schiavitù”
Spezzare le catene delle nuove schiavitù: è l’appello lanciato dall’arcivescovo Agostino
Marchetto, segretario del Pontificio Consiglio della Pastorale per i migranti e itineranti,
all’incontro su “Migrazioni e nuove schiavitù”, in corso a Cape Coast, in Ghana. L’evento
è stato promosso dal Consiglio delle Conferenze episcopali europee (CCEE) e dal Simposio
delle conferenze episcopali d’Africa (SECAM). Sui punti salienti del discorso di mons.
Marchetto, il servizio di Alessandro Gisotti:
La
Chiesa è fortemente impegnata “contro le moderne forme di schiavitù” con i “suoi insegnamenti
e le sue azioni, ispirate al Vangelo”: è quanto sottolineato dall’arcivescovo Agostino
Marchetto, che ha ribadito la necessità di “rispettare la dignità di ogni persona”,
soprattutto se in situazione di bisogno. Il presule ha sottolineato che le radici
dell’ “orrendo fenomeno delle nuove forme di schiavitù” vanno ricercate soprattutto
nell’enorme disparità economica tra i Paesi poveri e quelli ricchi”. Una condizione,
ha costatato, che costringe tante persone a lasciare la propria terra per cercare
migliori opportunità di vita all’estero. Nel suo articolato intervento, mons. Marchetto
ha rammentato che anche se per l’Organizzazione internazionale del Lavoro le persone
ridotte in schiavitù sono circa 12 milioni, alcuni studi fanno alzare questo dato
sino alla drammatica cifra di 27 milioni.
Riecheggiando
poi l’Istruzione Erga migrantes caritas Christi, mons. Marchetto ha messo l’accento
sulla promozione di un’“autentica cultura dell’accoglienza”. D’altro canto, ha ricordato,
il documento ribadisce il diritto di ognuno a “non emigrare”, ovvero la certezza di
"veder rispettati i propri diritti” nella terra d’origine. Il presule ha sottolineato
la piaga dei bambini-soldato e sulle donne vittime della prostituzione. Quindi, ha
auspicato che la celebrazione, quest’anno, del Bicentenario dell’Abolizione della
schiavitù sia un’occasione per sensibilizzare i governi e le società civili a non
permettere nuove forme di schiavitù più disgustose di quelle passate. Dal traffico
degli esseri umani, che coinvolge tragicamente tante donne nei Balcani, allo sfruttamento
di popoli indigeni, come i pigmei in Africa, mons. Marchetto ha indicato tutta una
serie di situazioni che stanno particolarmente a cuore alla Santa Sede. In tale contesto,
il presule ha ricordato che la Chiesa “non è mai stata indifferente o silenziosa di
fronte alle moderne forme di schiavitù”.
La Chiesa,
infatti, ha proseguito, attraverso le sue strutture di carità, le sue congregazioni
come anche le conferenze episcopali nazionali assiste senza risparmio di forze le
vittime della schiavitù aiutandole a liberarsi e a reintegrarsi nella società. Mons.
Marchetto ha così ricordato i risultati ottenuti attraverso una rete costituita dalle
Caritas locali e dalle organizzazioni cristiane impegnate nella lotta alla tratta
di esseri umani. L’arcivescovo Marchetto si è infine congratulato con il Consiglio
d’Europa per l’imminente entrata in vigore della Convezione contro il traffico di
essere umani.