2007-11-16 14:28:31

La Giornata mondiale per la tolleranza: appello del direttore dell'UNESCO a fondare l'integrazione sul valore della "mutua comprensione"


Nel mondo attuale, l'"imperativo della tolleranza" è "sempre più urgente": non bastano solo le leggi, è necessario il valore "della mutua comprensione" per disinnescare le occasioni di emarginazione e conflitto sociale. E' l'appello del direttore generale dell'UNESCO, Koichiro Matsuura, per la Giornata mondiale per la tolleranza che si celebra oggi. Specialmente in Occidente, meta dei flussi migratori, parole come integrazione e tolleranza sono al centro di molti dibattiti, pro o contro. Nel recente Convegno promosso dal Pontificio Consiglio per la Pastorale dei migranti e degli itineranti, il segretario del dicastero vaticano, l'arcivescovo Agostino Marchetto, si è soffermato con un'ottica cristiana su uno dei processi di integrazione più problematici, quello dell'etnia ROM e dei nomadi in generale. Ascoltiamolo al microfono di Fabio Colagrande:RealAudioMP3


R. - Mi rifaccio a quell’espressione che è usata nel documento: “Il rigetto ancestrale”. Credo che se c’è questo “rigetto ancestrale” non è mica una cosa facile cambiare mentalità, cambiare atteggiamenti, sia da una parte, sia dall’altra. Naturalmente, bisogna giungere ad una integrazione. Non si tratta di un'assimilazione: è importante la distinzione. Una certa integrazione ci dev’essere, poi, nel rispetto delle leggi del Paese in cui gli zingari sono stanziati. La convivenza però è possibile, nel senso che ci sono dei Paesi in cui si è creata una convivenza che è ragionevole, che è legittima. E in questo, credo che la Chiesa sia un fattore di riconciliazione. C’è un cammino da fare, tutti, per una riconciliazione, una accettazione nell’accoglienza e nella sicurezza e legittimità.

 
D. - Eccellenza, cosa risponde a chi considera l’atteggiamento della Chiesa nei confronti dei migranti, in genere, eccessivamente indulgente?

 
R. - Dico semplicemente che noi, come cristiani e come uomini, dobbiamo avere e ragione e cuore. Il cuore è legato all’amore e non ciò non contrasta con la ragionevolezza. Quindi, dobbiamo mettere insieme anche qui le due componenti che fanno l’uomo, e sono le congiunzioni - che io dico particolarmente cattoliche - per cui tutti dobbiamo camminare per realizzare la relazione con gli altri in cui ci sia posto per la ragione, per quello che è anche la scientificità dell’approccio, ma anche del cuore, dell’amore, dell’accoglienza.







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