“No” dei vescovi dell’Uruguay alla legge che legalizza l’aborto
“La nostra posizione contraria all’aborto non è fondata prioritariamente su premesse
di ordine religioso, perché il diritto di un essere umano di venire al mondo è scritto
nella stessa natura umana”: lo affermano in un documento i vescovi dell’Uruguay in
attesa della decisione della Camera dei deputati, dopo l’approvazione da parte del
senato, del progetto di legge sulla “Salute sessuale e riproduttiva”. “Quando si parla
di vita umana non ci si riferisce a ‘qualcosa’ bensì a ‘qualcuno’ – sostengono i presuli
– e quindi su di lui non è possibile esercitare un diritto assoluto di proprietà”.
I vescovi hanno scelto il motto “Difendendo la vita umana vinciamo tutti” per ribadire
all’opinione pubblica il loro “no” all’interruzione volontaria della gravidanza. “Legalizzare
l’aborto non cambia il male in bene. Si perde una vita umana – specificano i presuli
– nella madre restano ferite che non si rimargineranno facilmente. Il medico va contro
l’essenza della sua nobile professione. La società perde una vita non aprendole le
proprie braccia”. Per i vescovi una legge che consente di abortire colpisce la cultura
della vita. Nell’esprimere massima considerazione e rispetto per ogni donna e venerazione
e ringraziamento davanti alla sua maternità, l’episcopato riconosce “le circostanze
difficili in cui nascono molti bambini” nell’Uruguay. “Occorre in tali situazioni
– sostengono i vescovi – guardare le cause di questi squilibri sociali legati a diseguali
opportunità. Non è un caso che il 50% dei bambini uruguayani nasce in famiglie povere”.
Il documento a firma del presidente della Conferenza episcopale e vescovo di Mercedes
mons. Carlos María Collazzi e del segretario generale e vescovo di Melo mons. Luis
del Castello, riconosce “le difficoltà di molte donne che affrontano una gravidanza
non desiderata”: “una situazione che va affrontata con molta sollecitudine, e mai
usando rigidi dilemmi”. “I conflitti umani non si possono risolvere veramente eliminando
una parte – proseguono i vescovi – in particolare quando questa parte è un soggetto
di diritto completamente innocente ed indifeso”. Nel concludere la loro dichiarazione
i presuli affermano poi che gli “uruguaiani hanno bisogno di tanti segnali di difesa
della vita umana di fronte a fenomeni come l’emigrazione, l’inverno demografico e
la crescita zero che ipotecano” il futuro. Infine i presuli ribadiscono il loro “sostegno
allo sviluppo integrale della vita umana dalla prospettiva di Gesù Cristo”, “venuto
a darci una vita degna ed abbondante”.(A cura di Tiziana Campisi)