Nella Repubblica Ceca, non verrà emendato un atto che impone limiti alle comunità
religiose. La Conferenza episcopale pronta ad appellarsi al tribunale europeo
La Conferenza episcopale della Repubblica Ceca esprime in una nota, la propria contrarietà
alla decisione presa dalla Corte Costituzionale di rifiutare la proposta presentata
dai senatori cristiano-democratici di emendare l’atto 495: lo scopo di questa norma
– spiegano i vescovi – è di imporre limiti alle Chiese e alle comunità religiose qualora
decidano di fondare istituti caritativi o scuole all’interno di strutture ecclesiastiche.
Tutti gli istituti fondati dalle Chiese – aggiungono i presuli – devono per legge
passare attraverso “un processo legale estremamente complicato”. Questa situazione,
secondo i vescovi e rappresentanti delle altre Chiese cristiane, rappresenta “un atto
di ingiustizia”. E’ comunque “una sentenza aperta”, sottolinea il portavoce della
Conferenza episcopale, padre Juan Provecho, in quanto la stessa Corte afferma “la
necessità del rispetto della libertà religiosa”. La Conferenza della Repubblica Ceca
– riferisce l’Agenzia Sir – chiederà alla Corte di dare indicazioni concrete su come
interpretare l’atto 495 “senza causare alcun svantaggio alle Chiese e alle comunità
religiose”. Se le indicazioni date pregiudicheranno l’azione delle Chiese – dice padre
Provecho – siamo pronti ad appellarci al tribunale europeo.(A.L.)