2007-11-15 15:23:37

Nella Repubblica Ceca, non verrà emendato un atto che impone limiti alle comunità religiose. La Conferenza episcopale pronta ad appellarsi al tribunale europeo


La Conferenza episcopale della Repubblica Ceca esprime in una nota, la propria contrarietà alla decisione presa dalla Corte Costituzionale di rifiutare la proposta presentata dai senatori cristiano-democratici di emendare l’atto 495: lo scopo di questa norma – spiegano i vescovi – è di imporre limiti alle Chiese e alle comunità religiose qualora decidano di fondare istituti caritativi o scuole all’interno di strutture ecclesiastiche. Tutti gli istituti fondati dalle Chiese – aggiungono i presuli – devono per legge passare attraverso “un processo legale estremamente complicato”. Questa situazione, secondo i vescovi e rappresentanti delle altre Chiese cristiane, rappresenta “un atto di ingiustizia”. E’ comunque “una sentenza aperta”, sottolinea il portavoce della Conferenza episcopale, padre Juan Provecho, in quanto la stessa Corte afferma “la necessità del rispetto della libertà religiosa”. La Conferenza della Repubblica Ceca – riferisce l’Agenzia Sir – chiederà alla Corte di dare indicazioni concrete su come interpretare l’atto 495 “senza causare alcun svantaggio alle Chiese e alle comunità religiose”. Se le indicazioni date pregiudicheranno l’azione delle Chiese – dice padre Provecho – siamo pronti ad appellarci al tribunale europeo.(A.L.)







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