2007-11-14 15:37:25

Si è spento a Roma, il padre missionario gesuita Francesco Belfiori per 50 anni al servizio della Chiesa in Cina


Si è svolta ieri a Roma, presso la chiesa del Gesù, la cerimonia funebre del missionario gesuita padre Francesco Belfiori, spentosi domenica scorsa all’età di 82 anni dopo una lunga malattia. A presiedere i funerali è stato mons. Fernando Filoni, sostituto della Segreteria di Stato, che ha presentato le condoglianze del Santo Padre e la gratitudine della Santa Sede per il lavoro svolto dal missionario nei suoi 50 anni di servizio alla Chiesa in Cina. Padre Belfiori è stato, infatti, tra i primi religiosi cattolici ad intessere i rapporti con la Chiesa cinese dopo la Rivoluzione culturale e la morte di Mao Zedong. Ed è proprio ad Hong Kong, che negli anni ’90, mons. Filoni ha conosciuto di persona il padre gesuita, durante una Missione di studio della Santa Sede verso la Cina nella quale p. Belfiori ha offerto la sua amicizia e il suo contributo in qualità di esperto della vita della Chiesa cinese. “Partecipava alle celebrazioni più importanti della parrocchia, spesso in compagnia del rappresentante della Santa Sede – ha ricordato padre Galbiati, missionario del Pime ad Hong Kong – ed era difficile sfuggire al fascino della sua bontà e gentilezza”; da lui, inoltre, si recavano giornalisti ed esperti sinologi di ogni nazione per attingere nuove conoscenze e confrontarsi in merito alla situazione politico - sociale del Paese. Originario della Sardegna, padre Belfiori nacque l’11 ottobre 1925, ed entrò nella Compagnia di Gesù di Galloro Ariccia, nel 1945. Subito dopo gli studi di Filosofia, compiuti a Messina, fu destinato alla Cina come missionario; qui, già sacerdote, fu molto attivo nella provincia di Hukou e in molti servizi apostolici in Taiwan. Nel 1973 fu inviato proprio a Taiwan per coordinare il lavoro dei gesuiti in veste di superiore del distretto, mentre nel 1979, prestò servizio per un anno presso la Nunziatura Apostolica di Taipei. E’ del 1980 la chiamata ad Hong Kong, per una missione speciale e delicata: occuparsi nella maniera più efficace dei bisogni più urgenti dei gesuiti che, per 25 anni, subirono prigionia e lavori forzati nella Cina continentale. P. Belfiori fu capace di assolvere l’incarico prendendo contatto con la maggior parte di essi e anche grazie a loro potè ricevere preziose informazioni sulla situazione di vescovi, religiosi e religiose. Costretto nel 2002 a tornare in Italia per l’aggravarsi del suo stato di salute, non fece più ritorno nella sua terra di missione, ma offrì le sue sofferenze per il futuro della Cina che considerava ormai la sua nuova patria. (F.F)







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