2007-11-14 15:39:19

Si celebra oggi la Giornata Mondiale del diabete


Molte città del mondo, nei loro luoghi più significativi, si illuminano oggi di luce blu per celebrare la Giornata Mondiale del Diabete. È il caso, in particolare, della suggestiva skyline di New York, sede delle Nazioni Unite. Con una risoluzione, l'ONU lo scorso dicembre ha sottolineato la gravità del diabete, dedicandogli la Giornata del 14 novembre. Il servizio di Andrea Rustichelli:RealAudioMP3


Il diabete ha un vasto impatto sociosanitario. Nei Paesi poveri, il problema è l’accesso alla diagnosi e all’insulina, mentre nel mondo sviluppato i punti critici sono la cattiva alimentazione e la sedentarietà, terreni fertilissimi per l’insorgenza della malattia. Sono circa 246 milioni le persone con diabete nel mondo; si stima che nel 2025 i malati potrebbero diventare 380 milioni. E sono ingenti le ricadute economiche sui sistemi sanitari. Negli Stati Uniti, i costi del diabete ammontano a oltre 44 miliardi di dollari, circa l’1,3 per cento del PIL. La risoluzione dell’ONU – un fatto raro e significativo in ambito sanitario – è il frutto di una campagna di opinione guidata in particolare dalla Federazione internazionale del diabete, che raggruppa associazioni di medici e pazienti ed ha diversi partner, come la Novonordis, che promuove un’efficace campagna di prevenzione: “Changing Diabetes”.

 
L’Italia è un Paese d’eccellenza nel trattamento della malattia, grazie alla legge 115 del 1987, che istituisce i centri diabetologici sul territorio. Sentiamo Paola Pisanti, presidente della Commissione nazionale diabete del Ministero italiano della Salute:

 
R. – Si tratta di una patologia che ha un impatto sanitario forte, ma soprattutto un impatto sociale, cioè nella vita quotidiana del paziente. Cosa c’è da fare? C’è da cambiare soprattutto un po’ la cultura all’approccio alla malattia. Si tratta di una patologia cronica e quindi richiede un approccio non di emergenza, ma un intervento basato sulla continuità assistenziale.

 
D. – Quanto è importante il divulgare modelli e stili di vita che siano positivi, come quello incentrato per esempio su una buona dieta, sullo sport …

 
R. – La terapia non è soltanto farmacologica, ma è una terapia dietetica, è una terapia basata anche sull’attività e sul movimento. Quindi è fondamentale sia per la prevenzione della complicanza, sia proprio per impedire la malattia. E’ fondamentale lavorare su questo aspetti: noi, in Italia, ci stiamo lavorando, qui, al Ministero attraverso il programma “Guadagnare salute”, che si incentra proprio sulla prevenzione del rischio delle malattie.







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