Dal Cile oltre 400 esperti lanciano l’idea di un’Assemblea Mondiale di Parlamentari
per una politica internazionale pro vita
Un’Assemblea Mondiale di Parlamentari per la Vita: a proporla sono oltre 400 esperti
e rappresentanti di 17 Paesi che si sono incontrati a Santiago del Cile per discutere
della difesa e promozione della vita. Ora si punta ad un nuovo incontro nel 2008 in
Spagna, con la collaborazione dell’Università San Tommaso di Santiago del Cile e della
Fondazione spagnola San Pablo-CEU, per far crescere il numero dei Paesi, dei parlamentari
e governanti che aderiscano all’ “Impegno per la Vita”. Secondo Lola Velarde, presidentessa
della “Rete Europea dell’IPF”, perchè persone e parlamentari di diverse sensibilità
ed ideologie possano dialogare sui valori della vita, “è necessario affrontare la
politica a beneficio della vita nell’autentica trasversalità, senza costituire monopoli
di nessun partito politico, perché si delinei come un’autentica strategia a beneficio
della difesa dei diritti umani”. “La scommessa per la vita non può essere la scommessa
di un Paese o di alcuni parlamentari, bensì la scommessa di tutta l’umanità” ha affermato.
Va ricordato che dal 2002, il Fondo delle Nazioni Unite per la Popolazione (UNFPA)
sponsorizza riunioni regionali a livello parlamentare, allo scopo di diffondere il
concetto della “salute riproduttiva”, che include la pratica dell’aborto. Secondo
gli esperti che si sono incontrati a Santiago del Cile, un’Assemblea mondiale dei
Parlamentari pro vita può essere una risposta per offrire opinioni e convinzioni diverse
da quelle che molti organismi ONU diffondono. La prima riunione dell’UNFPA si svolta
ad Ottawa, in Canada, nel 2002, la seconda a Strasburgo nel 2004, la terza nel novembre
2006 a Bangkok, in Tailandia, con la partecipazione di 180 parlamentari asiatici.
L’UNFPA ha recentemente preparato un piano quadriennale di 224 milioni di dollari
per sostenere e far crescere “la consapevolezza dei diritti riproduttivi”, sostiene
poi che “il diritto alla salute riproduttiva si applica a tutte le persone di tutti
i tempi” ed asserisce che il nuovo programma tiene conto della cultura e del clima
socio-economico di particolari aree geografiche, come ad esempio la problematicità
nel promuovere l’aborto negli stati arabi. Guardando alle azioni proposte per l’Africa,
nel mirino dell’UNFPA ci sono i tassi relativamente alti di fertilità che hanno portato
ad una crescita della popolazione, la quale, secondo l’organismo, sta “oltrepassando
la capacità delle economie di generare posti di lavoro”. Ma l’UNFPA sembra ignorare
il fatto che i tassi di fertilità, nella maggior parte dei Paesi africani, stanno
scendendo drasticamente e che la longevità, in alcune nazioni, è ormai scesa intorno
ai 40 anni. Il programma dell’UNFPA propone l’aumento dell’uso dei preservativi tra
gli adolescenti e non sempre dà la dovuta importanza all’educazione sessuale. I critici
dell’UNFPA fanno notare che l’agenzia usa come intercambiabili i termini “servizi
di salute riproduttiva”, “diritti riproduttivi” e “salute riproduttiva”, espressioni
molto discusse nella politica sociale dell’ONU, perché continuano a essere “forzate”
da pressioni internazionali di tipo economico e commerciale. (L.B. – T.C.)