2007-11-12 18:35:21

ISRAELE Le difficoltà per i visti limitano attività della Chiesa, afferma padre Jaeger


GERUSALEMME, 12 nov 07 - Nonostante le reiterate promesse delle autorità israeliane, continuano le restrizioni per il rilascio di visti di ingresso e il rinnovo del permesso di soggiorno al personale ecclesiastico e religioso operante in Israele. A confermarlo è padre David Jaeger, portavoce della Custodia Francescana di Terra Santa a Gerusalemme, che rileva come questo causi “enormi problemi” per il funzionamento della Chiesa nel Paese. “Il vero problema - spiega il giurista francescano esperto di rapporti tra Chiesa e Stato di Israele – è che Israele non ha alcuna disposizione generale sulla concessione dei visti”. Sarebbero invece necessarie norme certe che permettano alla Chiesa di pianificare meglio le proprie attività. Padre Jaeger ricorda che l’Accordo Fondamentale siglato nel 1993 tra Santa Sede e Israele riconosce alla Chiesa cattolica il diritto di svolgere le sue attività religiose, educative e caritative in Terra Santa e di dispiegare il proprio personale per le sue istituzioni. Queste norme avrebbero dovuto essere concordate nel marzo 1994, ma non sono ancora entrate in vigore.
Mentre resta aperto il nodo dei visti, continuano i lavori della Commissione bilaterale permanente di lavoro tra la Santa Sede e lo Stato di Israele. Nei giorni scorsi si sono incontrati le delegazioni delle due parti al Ministero degli esteri israeliano per proseguire i negoziati sulla Convenzione economica riguardante le materie fiscali e le proprietà. La prossima sessione della Commissione è prevista il 12 dicembre.
(Apic – ZENGARINI)







All the contents on this site are copyrighted ©.