ISRAELE Le difficoltà per i visti limitano attività della Chiesa, afferma padre Jaeger
GERUSALEMME, 12 nov 07 - Nonostante le reiterate promesse delle autorità israeliane,
continuano le restrizioni per il rilascio di visti di ingresso e il rinnovo del permesso
di soggiorno al personale ecclesiastico e religioso operante in Israele. A confermarlo
è padre David Jaeger, portavoce della Custodia Francescana di Terra Santa a Gerusalemme,
che rileva come questo causi “enormi problemi” per il funzionamento della Chiesa nel
Paese. “Il vero problema - spiega il giurista francescano esperto di rapporti tra
Chiesa e Stato di Israele – è che Israele non ha alcuna disposizione generale sulla
concessione dei visti”. Sarebbero invece necessarie norme certe che permettano alla
Chiesa di pianificare meglio le proprie attività. Padre Jaeger ricorda che l’Accordo
Fondamentale siglato nel 1993 tra Santa Sede e Israele riconosce alla Chiesa cattolica
il diritto di svolgere le sue attività religiose, educative e caritative in Terra
Santa e di dispiegare il proprio personale per le sue istituzioni. Queste norme avrebbero
dovuto essere concordate nel marzo 1994, ma non sono ancora entrate in vigore. Mentre
resta aperto il nodo dei visti, continuano i lavori della Commissione bilaterale permanente
di lavoro tra la Santa Sede e lo Stato di Israele. Nei giorni scorsi si sono incontrati
le delegazioni delle due parti al Ministero degli esteri israeliano per proseguire
i negoziati sulla Convenzione economica riguardante le materie fiscali e le proprietà.
La prossima sessione della Commissione è prevista il 12 dicembre. (Apic – ZENGARINI)