Portare l’amore di Cristo ai disperati della strada: la testimonianza di Chiara
Amirante, fondatrice dell’associazione “Nuovi Orizzonti”
“Condividere la Gioia dell’incontro con Cristo Risorto con i fratelli più disperati”:
è il 1991, animata da questo desiderio, una giovane di 24 anni si reca alla stazione
Termini di Roma per portare l’amore di Gesù a giovani disperati, al popolo dell’“inferno
della strada”. E’ l’inizio della straordinaria esperienza di carità cristiana di Chiara
Amirante, fondatrice dell’Associazione “Nuovi Orizzonti”. Una realtà che oggi,
in Italia, conta 54 centri di accoglienza dove vengono accolte in media, ogni anno,
1500 persone e che è presente anche in Bosnia e Brasile. In questa intervista di Alessandro
Gisotti, Chiara Amirante ripercorre i momenti forti della sua esperienza e guarda
al futuro di “Nuovi Orizzonti”:
R. -
Per me si è aperto completamente un mondo quando ho iniziato ad andare alla stazione
Termini. Non immaginavo proprio di incontrare un popolo così sterminato di giovani
disperati, soli, abbandonati, con la morte nel cuore. Ho iniziato ad andare di notte
in strada, semplicemente spinta da questo desiderio di condividere quella che è stata
la grande scoperta della mia vita: l’incontro con Cristo Risorto e scoprire che Lui
ci ha dato il segreto per la pienezza della gioia, una gioia che resisteva alle prove
più terribili. Io, infatti, venivo da una malattia veramente dolorosissima, ritenuta
incurabile, per la quale avevo perso 8 decimi di vista e sarei dovuta diventare cieca.
Quanto mi è successo, mi ha portato a questo desiderio: questa mia gioia la voglio
condividere con chi è più disperato.
D. - Come si
porta l’amore a chi manca di tutto ma soprattutto - come sottolineavi - manca dell’amore?
R.
- Spesso, abbiamo questa visione di carità che è molto riduttiva. Pensiamo che per
fare la carità sia sufficiente portare un panino per una notte o trovare un posto
per dormire negli ostelli, mentre incontrando le persone che di notte popolano le
strade delle nostre città, mi sono resa conto che l’amore che ci ha insegnato Gesù
- il suo “Amatevi come io vi ho amato” - non è semplicemente dare un panino a chi
magari non ha un pasto quella sera. Invece, vuol dire proprio farsi carico del grido
della sofferenza, della morte che la persona vive. Mi sono accorta, ad esempio, che
la stazione era affollata di gruppi che andavano la sera a fare la carità, a portare
le coperte, il the... Però, mancava completamente un accompagnamento che aiutasse
ad uscire da certe piovre infernali, nelle quali la maggior parte di questi giovani
erano rimasti imprigionati. All’inizio è nata una prima comunità molto semplice in
una villetta per 25 persone, a Trigoria, mettendo materassi sparsi per terra dappertutto.
Poi, dato che l’amore è contagioso, gli stessi giovani accolti hanno sentito di voler
portare questo tipo di amore a chi ancora faceva della strada la propria casa e quindi
si sono moltiplicati i centri, l’équipe di strada, le iniziative di ogni genere.
D.
- Dunque, giovani, e non solo, schiavi della droga, schiavi della violenza, diventano
liberi nell’innamorarsi di Gesù?
R. - Sì, liberi
perché come Gesù ci dice: “E’ la verità che vi farà liberi” ed è meraviglioso vedere
come quegli stessi ragazzi che prima popolavano le strade seminando violenza e rapine
o spaccio - non certo amore - adesso diventano testimoni con entusiasmo del Vangelo,
di questa buona notizia. Un grande impegno adesso della comunità “Nuovi Orizzonti”
è nel campo dell’evangelizzazione ed è bello vedere come gli stessi ragazzi afflitti
dall’inferno della strada siano i primi a voler non solo far sì che questo miracolo
della Risurrezione si ripeta nella vita di tanti che vivono l’inferno della strada.
Ma anche prevenire la voglia di inseguire la felicità, come hanno fatto loro, in questi
paradisi artificiali che il mondo oggi ci propone.
D.
- Sono passati ormai più di 15 anni da quando hai iniziato questa straordinaria missione.
Con quale spirito guardi al futuro, guardi ai “nuovi orizzonti”?
R.
- Veramente sperimento ogni giorno che l’amore di Dio non finisce mai di sorprenderci,
di stupirci e quindi di dischiuderci nuovi orizzonti. Guardo con spirito di grande
entusiasmo e di grande speranza perché so che Colui che è l’amore non finisce mai
di stupirci. Guardo al futuro, da una parte, con grande desiderio di mettere tutto
l’impegno per rispondere sempre di più a questo grido. E in più, con la speranza che
il popolo di chi si impegna a portare quest’amore, in un mondo che sta morendo per
mancanza d’amore, possa sempre più crescere. In un mondo dove le brutte notizie sembrano
sempre raggiungerci, vedere che ci sono tante persone che vogliono impegnarsi con
tutte le forze a portare questa rivoluzione del Vangelo nel mondo mi dà tanta gioia
e tanta speranza.
Chiunque voglia conoscere meglio l’attività di “Nuovi
Orizzonti” può farlo consultando il sito Internet: www.nuoviorizzonti-onlus.com.