La Chiesa “deve avere il coraggio della propria diversità”: così il cardinale Ruini
presentando il libro postumo del cardinale tedesco Leo Scheffczyk
Non può essere attribuito alla Chiesa un diretto compito politico, a meno di negare
l’autonomia, non assoluta ma autentica, degli ordinamenti terreni e di ridurre la
Chiesa alla società umana, finendo con svuotarla ed autodistruggerla”. Lo ha dichiarato
il cardinale Camillo Ruini, vicario del Papa per la diocesi di Roma, presentando ieri
all’Università cattolica di Roma il libro postumo del cardinale tedesco Leo Scheffczyk
“Il mondo della fede cattolica”, edito da Vita e pensiero. “La Chiesa – ha aggiunto
il porporato – esiste oggi nella sua condizione di una ‘minoranza cognitiva’ che deve
avere il coraggio della propria diversità; il suo futuro – ha spiegato il cardinale
Ruini – dipende essenzialmente dalla profondità del suo rapporto con il proprio fondamento,
Gesù Cristo. I problemi individuati da Leo Scheffczyk – ha affermato il porporato
– "certamente non sono scomparsi” ma si sono attenuati almeno in parte. Il Papa con
il suo invito ad allargare gli spazi della razionalità – ha detto inoltre il cardinale
Ruini – sta aiutando la Chiesa cattolica, e anche la cultura del nostro tempo, a compiere
un ulteriore e fondamentale passo in avanti”, in quella direzione che Leo Scheffczyk
ha indicato nel suo libro. Il volume si apre con una prefazione di Benedetto XVI che
descrive come “estremamente confusa ed irrequieta” la situazione dopo il Concilio
Vaticano II. Le derive del 68 hanno causato alla Chiesa “una crisi assai grave” ma
le devianze – ha detto infine il cardinale Ruini – “non sono mai divenute forze storicamente
vincenti”. (A.L.)