2007-11-08 15:12:58

L’inviato dell’Onu Gambari in Birmania: aperta la via del dialogo tra la Giunta militare e l’opposizione democratica


Si è aperta una via per un sostanziale dialogo tra la Giunta militare al potere in Birmania e il leader dell’opposizione democratica Aung San Suu Kyi. Lo ha detto l’inviato dell’ONU nel Paese asiatico, Ibrahim Gambari, dopo il colloquio con il premio Nobel per la pace che si è svolto oggi a Yangon. L’emissario di Ban Ki-moon, in volo verso Singapore, ieri ha incontrato il primo ministro, Thein Sein, dopo il rifiuto di colloqui a tre tra l’ONU, il regime e l’opposizione. Gambari ha consegnato una lettera nella quale si auspicava un faccia a faccia con il numero uno dei militari, il generale Than Shwe, e si indicavano i passi necessari per soddisfare le richieste della comunità internazionale.

- Iraq. Attentato contro la sede del partito curdo a Mossul. Un kamikaze si è lanciato con la sua auto contro l’edificio del PKK provocando la morte di una donna ed il ferimento di 5 civili. Soltanto nell’aprile scorso, la stessa sede era stata colpita da un agguato nel quale morirono sette persone e 39 altre rimasero ferite.

- Le tensioni tra Turchia e Iraq sulle azioni dei ribelli curdi del Pkk fanno da sfondo in queste ore alla missione in Italia del premier turco Recep Tayyip Erdogan, di ritorno da un colloquio a Washington col presidente George Bush. Stamani a Roma il capo del governo di Ankara ha incontrato il presidente della Camera, Fausto Bertinotti, mentre ieri a Palazzo Chigi aveva avuto un colloquio col premier italiano, Romano Prodi. C’era per noi Giada Aquilino:RealAudioMP3

Con 100mila soldati turchi già schierati al confine con l'Iraq, Ankara spiega che la pazienza nei confronti dei separatisti curdi del Pkk ha toccato il limite:

(Parole in turco di Erdogan)

“Il coltello ha raggiunto l’osso”, ha detto Erdogan a Palazzo Chigi. Il Parlamento turco ha approvato un’azione per contrastare il “terrorismo” del Pkk e scopo dell’operazione sarà quello di colpire “i campi dei ribelli curdi nel Nord Iraq e non i civili”. Insomma il Pkk - per Erdogan - è “un nemico che va eliminato” per proteggere la popolazione turca e per non dimenticare le oltre 30 mila persone rimaste uccise in circa 30 anni di lotta della guerriglia. A Washington nei giorni scorsi il premier turco aveva incassato il sostegno del presidente Bush per un contrasto - attraverso una collaborazione di intelligence - allo stesso Pkk, definito dal capo della Casa Bianca non solo un’“organizzazione terroristica” ma anche un “nemico” degli USA. Ma a Roma Erdogan si è adoperato pure affinché una possibile azione militare oltre confine non pregiudichi il cammino di Ankara verso l'Unione Europea. Un cammino – ha spiegato – recentemente rallentato dagli impegni elettorali turchi ma non certo arrestato. La collaborazione di Roma per il processo di adesione ai Ventisette è fattiva, ha assicurato Romano Prodi, che sul tema della lotta al terrorismo al fianco di Ankara si è espresso così:
 
"E’ una cooperazione che consiste soprattutto nel rendere noto eventuali formazioni terroristiche. Riguardo alla eventuale operazione oltre confine, ho lodato il primo ministro turco per la moderazione con cui fin ora si è reagito di fronte a questi fatti, proprio perché credo che la lotta contro il terrorismo significhi anche non cedere a provocazioni eccessive".

- Italia-Romania. Ieri il premier Romano Prodi ha incontrato a Roma il suo omologo romeno, Calin Popescu Tariceanu, dopo l’uccisione di Giovanna Reggiani, aggredita da un romeno a Tor di Quinto, quartiere della capitale. Entrambi hanno concordato sulla necessità di lavorare insieme e come primo provvedimento si è decisa l’istituzione di una task force di polizia congiunta. Sia Roma che Bucarest hanno invitato l’Europa ad intervenire sulla libera circolazione delle persone, a non sottovalutare la situazione dei rom per i quali sono stati chiesti aiuti finanziari.

-Iran-Israele. Duro attacco del vice premier israeliano Shaul Mofaz contro il direttore dell’AIEA, Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica, El Baradei. In un’intervista alla radio di Gerusalemme, Mofaz ne ha chiesto le dimissioni perché avrebbe troppo a lungo tollerato che l’Iran portasse avanti il suo controverso programma nucleare.
 
- Il petrolio riprende la corsa a New York dove è salito sopra 97 dollari mentre a Londra il Brent ha toccato quota 94,35 dollari. In Asia è in discesa il prezzo del greggio sotto quota 96 dollari dopo che ieri ha quasi sfiorato i cento dollari al barile. A trainare il prezzo anche la forza dell’euro che ha puntato dritto verso la soglia di 1,50 dollari. Secondo l’OPEC, a pesare sono soltanto le speculazioni finanziarie e non la carenza di forniture di greggio. Il Cartello comunque si è detto pronto ad aumentare la produzione, a partire da dicembre, per fronteggiare eventuali mancanze. L’impennata dei prezzi del petrolio e l’inflazione in salita sono alcuni degli argomenti oggi al vaglio del consiglio direttivo della Banca Centrale Europea.

- Finlandia. Paese sotto shock all’indomani della morte di 7 alunni e della preside del liceo di Tuusula, nel sud del Paese, uccisi da un loro compagno di scuola che aveva annunciato il tragico gesto in un video diffuso poi su internet. Il ragazzo, durante una lezione, ha iniziato a sparare all’impazzata e poi si è tolto la vita. Ad Helsinki, in segno di lutto, tutte le bandiere sono a mezz’asta.

- Venezuela manifestazione studenti. Proseguono le iniziative contro il referendum sulla riforma costituzionale voluta dal presidente Hugo Chavez. Ieri è stata una giornata ad alta tensione nell’università di Caracas dove la polizia ha sparato sugli studenti, ferendone nove. Nuove manifestazioni sono in programma in diverse città del Paese.

- Tensione in Yemen. Sono 12 le vittime degli scontri tra membri di una tribù yemenita e uomini della sicurezza con il compito di difendere una società ucraina. Il fatto è avvenuto nella provincia di Shabwa, a est della capitale Sana'a.

- Italia. Grave il bilancio dello schianto di un elicottero americano avvenuto nei pressi del fiume Piave, vicino Treviso, a duecento metri dal ponte dell’Autostrada A27, che è stata parzialmente chiusa per precauzione. Sarebbero 4 i militari statunitensi morti, altri 3 sarebbero in condizioni gravi. Sono ancora da verificare le cause che hanno provocato la caduta del velivolo.(Panoramica internazionale a cura di Benedetta Capelli)

  
Bollettino del Radiogiornale della Radio Vaticana Anno LI no. 312

 

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