Dare voce a chi non ce l’ha: l’impegno dell’associazione “Voglio vivere”, impegnata
a diffondere il messaggio di pace e giustizia di Raoul Follereau
Amare il vicino come il lontano. Agire, quando tutto sembra disperato: fedele a questo
principio, Raoul Follereau ha speso la sua vita in difesa degli esclusi, dando voce
a chi non l’aveva. “Apostolo dei lebbrosi”, Follereau ha lottato contro ogni miseria.
Oggi, a 30 anni dalla sua morte che ricorre il prossimo 6 dicembre, l’eredità di Follereau
è quanto mai feconda. In Italia, il suo testimone è stato raccolto dall’associazione
“Voglio Vivere”, nata nel 1994, e membro dell’Unione internazionale delle Associazioni
Raoul Follereau. Al microfono di Alessandro Gisotti, il presidente del sodalizio,
Guido Barbera, si sofferma sul significato del nome dell’associazione:
R. -
Abbiamo scelto il nome “Voglio vivere”, perché non solo è uno degli slogan forti di
Raoul Follereau, ma è soprattutto il grido che si alza dai bambini, dalle persone
di tanti Paesi impoveriti del mondo che vogliono vivere. Quindi, abbiamo cercato in
questo slogan di esprimere tutto il desiderio di vita delle persone e anche la dignità
che c’è in ogni persona che va rispettata.
D. – “Voglio
vivere” ha un’attenzione particolare proprio come l’aveva Follereau per i più piccoli...
R.
– Sicuramente sì, perché i bambini, non solo sono tra le fasce più indifese, ma sono
anche il futuro della nostra civiltà. Quindi, investire nei bambini per difendere
il loro diritto alla vita, ma anche per difendere il loro diritto all’istruzione,
vuol dire lavorare per costruire una civiltà dell’amore.
D.
– C’è un progetto in particolare che “Voglio vivere” sta seguendo con maggiore attenzione
in questi ultimi tempi?
R. – Oltre all’impegno costante
che abbiamo per continuare la cura dei malati di lebbra, in alcuni Paesi del mondo,
oggi stiamo lavorando per i bambini, in particolare in Madagscar, dove da anni seguiamo
il lavoro di alcuni istituti di suore che recuperano i bambini abbandonati e li fanno
crescere nell’educazione, oltre che nella formazione. Di recente, abbiamo iniziato
anche nella Repubblica Democratica del Congo, dove la guerra, la violenza, la fame,
ci hanno portato ancora pochi mesi fa, durante l’estate, a scoprire bambini fortemente
denutriti, fortemente a rischio di vita. I bambini quindi rimangono nella nostra attenzione
prioritaria, insieme ad un altro grosso problema che è il problema dell’acqua. Oggi
abbiamo 4900 bambini al giorno che muoiono per la carenza di acqua. Quindi, portare
l’acqua e, con l’acqua, soprattutto i servizi igienici, è un compito essenziale.
Chiunque voglia aiutare l’associazione “Voglio Vivere”, può farlo attraverso
il C/C Postale 13604137 intestato a Voglio Vivere – ONLUS, Sede sociale via Piave,
9 bis – C.P. 402 – 13900 Biella.