2007-11-07 15:15:16

Russia: la Duma sospende il Trattato sulla limitazione delle armi convenzionali in Europa


In Russia, la Duma, la Camera bassa del parlamento, ha approvato oggi all'unanimità la sospensione del Trattato sulla limitazione delle armi convenzionali in Europa. La moratoria entrerà in vigore dal 12 dicembre, dopo l'approvazione da parte del Senato e della promulgazione da parte del presidente russo Vladimir Putin. Il ritiro dell'adesione da parte di Mosca giunge in seguito alla mancata riforma del Trattato da parte dei Paesi della Nato, una riforma invocata da Mosca per ristabilire gli equilibri militari in Europa con i cambiamenti degli ultimi anni. Salvatore Sabatino ha chiesto a Fulvio Scaglione, vice-direttore di Famiglia Cristiana ed esperto di questioni russe, come interpretare questa decisione di Mosca. Ascoltiamo:RealAudioMP3


R. – Credo che possa essere letta a tanti livelli. Il primo, più evidente, più banale, è che in Russia siamo in un clima pre-elettorale. Si voterà a dicembre per il rinnovo della Duma e poi a marzo per il nuovo presidente, con, all’orizzonte, questa figura di Putin che, in qualche modo, continuerà a dominare la politica russa. Quindi, Putin ha tutto l’interesse a mostrarsi deciso in questa sua politica, soprattutto nel proseguimento dell’opera di ricostruzione dell’orgoglio nazionalista russo. Credo che poi ci sia anche uno scenario di più ampio respiro, uno scenario che ormai da diversi anni vediamo svilupparsi, ed è quello secondo il quale, mentre dopo la caduta del muro di Berlino molti pensavano che gli Stati Uniti fossero rimasti – per usare un’espressione sintetica e un po’ brutale – soli a dominare il mondo, la realtà ci ha rapidamente dimostrato che questo non è vero. Gli Stati Uniti sono sicuramente l’unica vera superpotenza rimasta, ma ci sono molti Paesi importanti, per tante ragioni – economiche, sociali, demografiche – come la Cina, come l’India, come la Russia stessa, il Venezuela di Chavez, l’Iran di Ahmadinejad, che sono riluttanti a stare dentro alle briglie imposte in qualche modo dagli Stati Uniti e si ribellano in vario modo. La Russia, in particolare, si ribella contro lo scudo spaziale che dovrebbe essere installato ai suoi confini.

 
D. – Questa decisione non rischia di complicare i rapporti diplomatici con Washington?

 
R. – Certamente, innalza il livello di scontro, ma non credo che i livelli diplomatici tra gli Stati Uniti attuali e la Russia attuale possano essere compromessi più di così, nel senso che, escludendo ovviamente scenari pazzeschi di guerre e così via, sono molti anni che Washington e Mosca rivaleggiano in ogni campo. E questa decisione, per esempio, mi sembra di gran lunga meno importante di quanto sia stata per esempio l’attività che gli Stati Uniti hanno realizzato, tracciando per esempio quel grande oleodotto che taglia a metà il Caucaso e va dall’Azeirbajan alla Turchia, passando per la Georgia. Dal punto di vista geo-strategico, dal punto di vista delle politiche concrete, quell’azione degli Stati Uniti è stata molto più importante ed efficace di questa decisione di Putin.







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