2007-11-04 09:22:24

Guatemala al voto per eleggere il nuovo presidente


In Guatemala, quasi 6 milioni di elettori sono chiamati oggi ad eleggere il nuovo presidente. A sfidarsi sono i due candidati che hanno ottenuto il maggior numero di voti al primo turno dello scorso 9 settembre: si tratta del candidato socialdemocratico Alvaro Colom (28,23% dei voti) dell’Unione nazionale della speranza e l’ex generale Otto Pérez Molina (23,51%) del Partito patriottico. Decisivo per il risultato finale sarà il comportamento dell’elettorato del candidato Alejandro Giammattei, del partito del presidente uscente Oscar Berger. Il servizio di Luis Badilla:RealAudioMP3

Le indagini demoscopiche non aiutano a capire in modo univoco cosa accadrà: alcune prevedono il successo di Pérez Molina e secondo altre, invece, vincerà Colom. Alvaro Colom, imprenditore di centro-sinistra di 56 anni, è al suo terzo tentativo di conquistare la presidenza del Paese. I suoi rivali paventano, nell’eventualità di una sua vittoria, un asse Nicaragua-Venezuela-Cuba. L’ex generale Otto Pérez Molina, candidato del conservatore Partito Patriota, partecipa con una formazione creata da lui stesso; su di lui pesano, però, gravi accuse di violazione dei diritti umani e corruzione. Sia la campagna del primo turno sia quella del secondo turno, sono state molto violente: le vittime sono state oltre 60. Durante il primo semestre del 2007, secondo il procuratore nazionale si sono registrati 2.857 omicidi: 15,8 ogni 24 ore e ciò fa del Guatemala il secondo Paese più violento dell’America Latina dopo la Colombia. Tra il 2005 e il 2006 sono state più di 6.000 morti violente. Statisticamente, il 98% dei responsabili resta impunito. Poche settimane fa, alla vigilia dell’apertura della campagna presidenziale, dopo decenni, l’Assemblea nazionale ha istituito una Commissione nazionale contro l’impunità. Quello della violenza è un triste record negativo che si aggiunge ad un altro non meno lacerante: oltre il 70% della popolazione guatemalteca vive in povertà. L’iniquità sociale è fortissima: il 10% più ricco dei cittadini possiede circa il 50% delle risorse della nazione. Oltre a ciò, si deve anche ricordare un tasso di disoccupazione non molto alto (7,5%) a fronte, però, di un tasso di sottoccupazione e di lavoro nero che raggiunge cifre esorbitanti: il 71% della popolazione guatemalteca lavora senza alcuna sicurezza per il proprio futuro. Il 55,9% della popolazione guatemalteca sopravvive con meno di due dollari al giorno e, tra questi, il 15,7% con meno di uno. Le comunità indigene sono le più colpite dalla mancanza di risorse e dalla miseria. "La legittimità dell'elezione presidenziale – affermano i vescovi guatemaltechi in un documento dello scorso 12 ottobre - dipenderà dalla percentuale di elettori che andrà a votare”. Occorre ricordare - sottolineano i presuli - cha secondo l’ottica cristiana l’autorità è sempre al servizio del raggiungimento del bene comune.







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