2007-11-02 15:05:46

“Mater Unitatis”: in Romania, il primo monastero cattolico in terra ortodossa


A scandire le ore di preghiera nel monastero femminile “Mater Unitatis” di Piatra Neamt, in Romania, è una piccola campana dono di Giovanni Paolo II. Al Pontefice – riferisce l’agenzia Zenit - l’aveva consegnata nel 2000 il presidente dell’Ungheria ed è una riproduzione di quella stessa campana che il 7 ottobre del 1571, a seguito della vittoria riportata a Lepanto dalla flotta cristiana sui turchi, Pio V ordinò che venisse suonata per ringraziare la Vergine Santissima. E proprio il 7 ottobre scorso il suono della campana ha invaso gli spazi del neonato monastero “Mater Unitatis”, l’unico benedettino e il primo cattolico in terra ortodossa, nel giorno della sua dedicazione. Un progetto iniziato il 13 ottobre del 1994, quando il vescovo di Iasi, mons. Petru Gherghel, in visita all’Archicenobio “Sant’Andrea Apostolo” di Arpino, in provincia di Frosinone, manifestò all’abadessa, madre Maria Cristina Pirro, il desiderio che si potesse costruire, anche in Romania, un monastero bello come quello. “Benché poverissime - racconta a Zenit madre Pirro - sono state proprio queste monache italiane ad aver permesso che il sogno si realizzasse, grazie anche al reggente della Prefettura della Casa Pontificia, mons. Paolo De Nicolò e ai tanti benefattori, soprattutto italiani, che hanno creduto nel progetto delle suore di clausura. Quando, il 25 marzo 1998, le suore portarono in Vaticano la prima pietra del futuro edificio, affinché Giovanni Paolo II la benedicesse, questa ruzzolò a terra, frantumandosi. “I monsignori – racconta madre Pirro - raccolti i molti pezzi, con urgenza li affidarono ai restauratori della Fabbrica di San Pietro e questi, bravissimi, in lotta col tempo restituirono alla pietra la sua primitiva bellezza, tanto che nessuno capì cosa fosse successo”. In quell’occasione, riferendosi all’impegnativo progetto, Giovanni Paolo II parlò di “una provvida iniziativa”, augurandosi che il monastero potesse diventare “centro propulsore di animazione spirituale secondo lo spirito di San Benedetto”. Oggi, tutti sanno che il monastero è benedettino e si chiama “Mater Unitatis”. Dopo la prima professione solenne nel 2003 di una religiosa del posto, il comune ha fatto collocare, in direzione del monastero, una freccia con la scritta in romeno “Maica Unitatii”. Sopra, un’altra freccia indica il vicino monastero ortodosso di Bisericani. “In questo abbinamento – conclude madre Pirro – vediamo prefigurata l’unione che un giorno si realizzerà fra la Chiesa Cattolica e quella Ortodossa”. (R.M.)







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