Chiese d’Africa e d’Europa unite contro le “nuove schiavitù”
Cinque giorni di confronto per fare il punto sulle nuove schiavitù e il fenomeno della
tratta degli esseri umani. Il comitato permanente del Simposio delle Conferenze episcopali
di Africa e Madagascar (SECAM) si è riunito a Il Cairo, in Egitto, per “mettersi in
sintonia con il prossimo Seminario promosso dal SECAM in collaborazione con il Consiglio
delle Conferenze Episcopali d’Europa (CCEE) per ricordare i 200 anni dalla fine della
schiavitù in Africa”. Tale Seminario è in programma dal 13 al 20 novembre a Cape Coast,
in Ghana. Nella riunione ospitata nella capitale egiziana sono state poste le basi
per un lavoro comune, tra vescovi africani ed europei, basato già sull’impegno di
diverse conferenze episcopali dell’Africa nel cercare di contrastare il fenomeno della
“tratta”: sono infatti migliaia le donne che finiscono nelle mani di trafficanti senza
scrupoli con la promessa di un lavoro e di un futuro migliore e si trovano invece
costrette alla prostituzione. Molto forte è il lavoro delle congregazioni religiose,
soprattutto femminili, per avvisare e sensibilizzare le donne e che sta dando vita
a un impegno “in rete” con le congregazioni europee. In Italia, ad esempio, l’Unione
delle Superiore Maggiori (USMI), attraverso suor Eugenia Bonetti, Missionaria della
Consolata, sta svolgendo un’impegnativa opera di sensibilizzazione e coordinamento.
In particolare, 250 religiose di 70 congregazioni lavorano in 110 progetti per recuperare
e allontanare dalla strada le donne, in collaborazione con vescovi e suore dei Paesi
di provenienza. “La tratta di esseri umani – ha sottolineato suor Bonetti – produce
un’entrata annuale di 8-12 miliardi di dollari e segue soltanto al commercio di armi
e a quello della droga”. (F.M.)