Un computer per i bambini dei Paesi in via di sviluppo in Africa, Asia e America Latina
A 40 anni dall’Enciclica Populorum Progressio, con la quale Papa Paolo VI sottolineava
l'importanza dell'educazione per la giustizia e lo sviluppo, evidenziando l'aggravarsi
della distanza tra i Paesi ricchi e quelli poveri, una nuova disuguaglianza colpisce
le popolazioni più povere. È il cosiddetto “divario digitale", scrive l'Agenzia Fides,
derivante dalla mancanza di accesso alle moderne tecnologie dell’informazione e della
comunicazione. Una delle iniziative per rimediare a questa situazione è il programma
“One Laptop per Child", che è stato al centro della Conferenza “Audaci innovazioni
nel campo dell'educazione", tenutasi lunedì scorso a Roma. Tra i relatori: il Cardinale
Paul Poupard, Presidente Emerito del Pontificio Consiglio per la Cultura e il Prof.
Nicholas Negroponte, fondatore del Media Lab del MIT (Massachussetts Institute of
Technology) e uno dei promotori della "One Laptop Per Child Foundation". L’iniziativa
è stata promossa dalla Commissione Internazionale di Giustizia, Pace e Integrità del
Creato, dalla Commissione per l'Educazione, dal SEDOS e dal Segretariato per la Comunicazione
della Compagnia di Gesù. Il progetto “One Laptop Per Child” è volto alla progettazione,
produzione e distribuzione di laptop (computer portatile) a costo contenuto (l’obbiettivo
era 100 dollari ma è stato rivisto al rialzo) per fornire a ogni bambino del mondo,
specie a quelli nei Paesi in via di sviluppo, l'accesso alla conoscenza e alle moderne
forme educative, partendo da tre idee semplici: la prima è che solo colmando l'enorme
divario conoscitivo i Paesi poveri possono avvicinare lo sviluppo del mondo ricco;
la seconda è che questo processo deve partire dall'infanzia, ossia dall'educazione
di base; la terza è che il computer è il principale veicolo di trasmissione delle
conoscenze. (R.P.)