Mobilitazione internazionale contro la pena di morte: raccolte 5 milioni di firme
Prosegue la mobilitazione internazionale contro la pena di morte: il 2 novembre, una
delegazione di Sant’Egidio e la Coalizione mondiale contro la pena di morte presenterà
al presidente dell’Assemblea generale dell’ONU cinque milioni di firme contro le esecuzioni
capitali. Le firme, raccolte in tutto il mondo, verranno presentate alla vigilia della
discussione in Assemblea Generale della risoluzione per una moratoria universale che
verrà proposta, nei prossimi giorni, da circa 60 Paesi. Oltre a dati allarmanti sulla
pena di morte, ci sono comunque anche segnali incoraggianti. Negli Stati Uniti, ad
esempio, l’ultima esecuzione risale al 25 settembre e a partire da questa data, molti
Stati hanno adottato una moratoria di fatto delle esecuzioni. La Corte Suprema federale
di Washington ha nuovamente fermato la mano del boia: la decisione è arrivata quando
il condannato stava incamminandosi verso la camera dell’iniezione letale. Lo scorso
24 ottobre era stata bloccata, inoltre, l’esecuzione di un malato terminale. Il dramma
delle esecuzioni capitali si ripete invece in Arabia Saudita e in Iran: nello Stato
saudita, dove dall’inizio dell’anno le esecuzioni sono state 131, un uomo è stato
condannato a morte per l’omicidio di un connazionale. In Iran un’altra persona, accusata
per traffico internazionale di stupefacenti, è stata impiccata nel sud est del Paese.
Sale così a 229, nella Repubblica islamica, il numero di esecuzioni capitali dall’inizio
dell’anno.(A cura di Amedeo Lomonaco)