2007-10-31 14:29:12

La pace presuppone il rispetto dei diritti umani, tra cui la libertà religiosa, calpestata in diversi Stati: il richiamo all’ONU di mons. Migliore, che punta il dito contro le leggi sulla blasfemia


La pace presuppone il rispetto dei diritti umani fondamentali, e tra questi sono il diritto alla vita e alla libertà religiosa. Lo ha ribadito ieri l’arcivescovo Celestino Migliore, osservatore permanente della Santa Sede presso le Nazioni Unite, nel suo intervento all’Assemblea generale dell’ONU, nel Palazzo di Vetro a New York, nell’ambito della sessione dedicata alla cultura della pace. Il Servizio di Roberta Gisotti:RealAudioMP3


Un’organizzazione “nata sulle ceneri di una guerra mondiale unica per gli indicibili oltraggi della dignità umana”. Per questo la Carta delle Nazioni Unite ha stabilito “il diretto legame tra la pace e il rispetto dei diritti umani fondamentali”, ha ricordato l’arcivescovo Celestino Migliore. Ne consegue “una universale e trascendente verità” “che l’uomo non è solo prioritario rispetto ad ogni umana attività, ma anche la determina”. Ciò comporta “a livello interpersonale” “di trattare tutti come eguali a noi” e “a livello internazionale” di dare “la giusta misura” agli “interessi nazionali”, che sono correlati e “mai devono considerarsi assoluti”, quando promuoverli e difenderli nuoce ai “legittimi interessi degli altri Stati”. E’ invece “un obbligo aiutare a promuovere e difendere il bene comune di tutti i popoli”. In questo contesto, l’osservatore della Santa Sede, ha ammonito dall’approvare “leggi contrarie alla dignità umana” e dal misurare “il progresso in ogni campo” con il metro di ciò che è possibile, anziché valutare se è compatibile con l’umana dignità. Ha ribadito quindi che il richiamo a rispettare il diritto alla vita, dal concepimento alla morte naturale, e ad abolire la pena di morte.

 
Si è soffermato poi sulla spinosa questione della libertà religiosa, che vede ancora molti fedeli di varie fedi incontrare difficoltà nell’esercizio di un loro diritto, “sintomo inquietante di mancanza di pace". Ha spiegato l’arcivescovo Migliore che “un diritto umano fondamentale è violato, con serie ripercussioni per la coesistenza pacifica, quando uno Stato impone una singola religione ad ognuno e proibisce tutte le altre, o quando un sistema secolare denigra i credi religiosi e nega spazio pubblico alla religione. D’altra parte - le religioni sono chiamate a lavorare per la pace e promuovere la riconciliazione tra i popoli. Di fronte ad un mondo lacerato da conflitti – ha concluso il rappresentante della Santa Sede all’ONU - le religioni non devono mai divenire veicolo di odio e mai possono giustificare male e violenza invocando il nome di Dio.”

 
L’arcivescovo Migliore si era già detto seriamente preoccupato, intervenendo - lunedì scorso in Assemblea - in risposta al Rapporto reso dal relatore speciale ONU su come eliminare tutte le forme di intolleranza religiosa; rapporto dove si denunciano in numerosi Paesi del mondo conversioni forzate, esecuzioni, dissacrazioni di luoghi di culto, espulsioni di minoranze religiose dalle loro comunità, tanto più vittime queste minoranze – ha evidenziato il presule – di alcune leggi sulla blasfemia, che sono causa di grandi sofferenze, che permettono punizioni fino alla morte, e provocano giustizie sommarie.







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