La pace presuppone il rispetto dei diritti umani, tra cui la libertà religiosa, calpestata
in diversi Stati: il richiamo all’ONU di mons. Migliore, che punta il dito contro
le leggi sulla blasfemia
La pace presuppone il rispetto dei diritti umani fondamentali, e tra questi sono il
diritto alla vita e alla libertà religiosa. Lo ha ribadito ieri l’arcivescovo Celestino
Migliore, osservatore permanente della Santa Sede presso le Nazioni Unite, nel suo
intervento all’Assemblea generale dell’ONU, nel Palazzo di Vetro a New York, nell’ambito
della sessione dedicata alla cultura della pace. Il Servizio di Roberta Gisotti:
Un’organizzazione
“nata sulle ceneri di una guerra mondiale unica per gli indicibili oltraggi della
dignità umana”. Per questo la Carta delle Nazioni Unite ha stabilito “il diretto legame
tra la pace e il rispetto dei diritti umani fondamentali”, ha ricordato l’arcivescovo
Celestino Migliore. Ne consegue “una universale e trascendente verità” “che l’uomo
non è solo prioritario rispetto ad ogni umana attività, ma anche la determina”. Ciò
comporta “a livello interpersonale” “di trattare tutti come eguali a noi” e “a livello
internazionale” di dare “la giusta misura” agli “interessi nazionali”, che sono correlati
e “mai devono considerarsi assoluti”, quando promuoverli e difenderli nuoce ai “legittimi
interessi degli altri Stati”. E’ invece “un obbligo aiutare a promuovere e difendere
il bene comune di tutti i popoli”. In questo contesto, l’osservatore della Santa Sede,
ha ammonito dall’approvare “leggi contrarie alla dignità umana” e dal misurare “il
progresso in ogni campo” con il metro di ciò che è possibile, anziché valutare se
è compatibile con l’umana dignità. Ha ribadito quindi che il richiamo a rispettare
il diritto alla vita, dal concepimento alla morte naturale, e ad abolire la pena di
morte.
Si è soffermato poi sulla spinosa questione
della libertà religiosa, che vede ancora molti fedeli di varie fedi incontrare difficoltà
nell’esercizio di un loro diritto, “sintomo inquietante di mancanza di pace". Ha spiegato
l’arcivescovo Migliore che “un diritto umano fondamentale è violato, con serie ripercussioni
per la coesistenza pacifica, quando uno Stato impone una singola religione ad ognuno
e proibisce tutte le altre, o quando un sistema secolare denigra i credi religiosi
e nega spazio pubblico alla religione. D’altra parte - le religioni sono chiamate
a lavorare per la pace e promuovere la riconciliazione tra i popoli. Di fronte ad
un mondo lacerato da conflitti – ha concluso il rappresentante della Santa Sede all’ONU
- le religioni non devono mai divenire veicolo di odio e mai possono giustificare
male e violenza invocando il nome di Dio.”
L’arcivescovo
Migliore si era già detto seriamente preoccupato, intervenendo - lunedì scorso in
Assemblea - in risposta al Rapporto reso dal relatore speciale ONU su come eliminare
tutte le forme di intolleranza religiosa; rapporto dove si denunciano in numerosi
Paesi del mondo conversioni forzate, esecuzioni, dissacrazioni di luoghi di culto,
espulsioni di minoranze religiose dalle loro comunità, tanto più vittime queste minoranze
– ha evidenziato il presule – di alcune leggi sulla blasfemia, che sono causa di grandi
sofferenze, che permettono punizioni fino alla morte, e provocano giustizie sommarie.