2007-10-30 16:00:23

Orientare le pastorali giovanili di tutte le Chiese alla prossima GMG di Sydney. Mons. Rylko fa il punto sull'evento, al rientro dall'incontro preparatorio nella città australiana


Due giorni di confronto per fare il punto sui preparativi, ormai sempre più intensi, relativi alla Giornata mondiale della gioventù di Sydney 2008. La metropoli australiana ha ospitato, dal 15 al 17 ottobre scorsi, l'incontro al quale hanno partecipato circa 200 persone in rappresentanza delle Commissioni per la Pastorale giovanile delle Conferenze episcopali, nonché delle associazioni e dei movimenti ecclesiali internazionali, di una settantina di Paesi di tutti i continenti. A rappresentare la Santa Sede c'era l'arcivescovo, e prossimo cardinale, Stanislaw Rylko, presidente del Pontificio Consiglio per la Pastorale dei laici. Giovanni Peduto lo ha intervistato al suo rientro:RealAudioMP3


R. - L'incontro ha confermato in modo significativo l'interesse che si nutre, ovunque nel mondo, per l'importante appuntamento che il Santo Padre Benedetto XVI ha dato ai giovani a Sydney per il mese di luglio del prossimo anno, e ha fatto riecheggiare il loro grande desiderio di prendervi parte.

 
D. - Come stanno procedendo i preparativi?

 
R. - I preparativi logistici della prossima GMG sono in fase ormai avanzata, grazie anche all'eccellente lavoro svolto dal Comitato organizzatore australiano, con i cui responsabili - in occasione dell'incontro di ottobre - abbiamo fatto pure un sopralluogo sui siti nei quali si svolgeranno le celebrazioni presiedute dal Santo Padre. Com'è ovvio, la questione essenziale è però quella inerente alla preparazione pastorale. La Chiesa in Australia vede in questo evento una grande opportunità, un'occasione da non perdere per dare nuovo vigore alla rinascita spirituale non solo delle giovani generazioni, ma di tutti i cattolici australiani la cui vita risente fortemente della diffusa secolarizzazione. Questo evento, insomma, sembra racchiudere come l'attesa trepidante di una rinnovata Pentecoste su tutta la Chiesa che vive in Australia. Ma è bene ricordare che tutta la Chiesa universale è coinvolta nella preparazione pastorale alla GMG 2008, le cui linee guida sono state indicate da Benedetto XVI nel suo messaggio ai giovani, nel quale egli ha autorevolmente spiegato il tema della Giornata che è: “Avrete forza dallo Spirito Santo che scenderà su di voi e mi sarete testimoni”.

 
D. - E come si stanno preparando i giovani?

 
R. - Noi abbiamo sempre insistito, e continuiamo a insistere sul fatto che la preparazione spirituale alle GMG dovrebbe essere parte integrante della pastorale giovanile ordinaria in ogni Chiesa particolare. E ciò a prescindere dalla effettiva partecipazione dei giovani all'incontro mondiale con il Papa. Vi sono segnali che ormai si tende ad andare proprio in questa direzione. Non solo: lo stesso messaggio indirizzato ai giovani dal Papa e il tema da lui scelto per la prossima GMG danno orientamenti preziosi per l'elaborazione di programmi annuali a livello locale - ciò che ci fa davvero piacere. Naturalmente, chi vuole recarsi a Sydney, deve fare ancora un passo: iscriversi al più presto possibile e naturalmente trovare i soldi per pagarsi il viaggio. Un'impresa, quest'ultima, nella quale i giovani danno sempre prova non solo di fantasia, ma spesso di grande spirito di sacrificio. Da parte sua, il Pontificio Consiglio per i Laici ha costituito un piccolo - purtroppo - Fondo di solidarietà, con il quale cercherà anche questa volta di aiutare le Conferenze episcopali dei Paesi più poveri, perché possano inviare almeno piccole delegazioni di giovani.

 
D. - Sydney è lontana... Quanti giovani sono previsti?

 
R. - Ogni edizione della GMG, grande avventura spirituale per i giovani che vi partecipano, è una sfida per gli organizzatori. Quella di Sydney è più che mai impegnativa per le distanze: l'Australia è lontana da qualsiasi parte del globo si parta. Ciò che comporta spese di viaggio non indifferenti. Inoltre, il numero dei posti messi a disposizione dalle compagnie aeree è relativamente ristretto. È difficile fare previsioni quantitative. E comunque non dobbiamo dimenticare che - come insegna Benedetto XVI - a essere determinanti per la vita della Chiesa non sono né le statistiche e né la legge dei grandi numeri. Anche se io sono convinto che pure stavolta i giovani ci riserveranno sorprese positive.

 
D. - Ci sono novità particolari per questa GMG?

 
R. - Niente di strutturale differenzia questa GMG dagli incontri del Papa con i giovani del mondo che l'hanno preceduta. Saranno, come sempre, il Paese e la Chiesa che la ospiteranno a fare la differenza. L'Australia è un Paese che affascina per le sue bellezze naturali... La Chiesa australiana è una Chiesa minoritaria (su una popolazione di 20 milioni, solo il 25% è costituito da cattolici), ma che - in un contesto multietnico, multiculturale e multiconfessionale - è stata capace di salvaguardare il forte senso della propria identità che la caratterizza. Per i giovani, sarà una importante lezione su come testimoniare Cristo nella secolarizzata società postmoderna.

 
D. - Come ha accolto la nomina a cardinale?

 
R. - La notizia di questa nomina mi ha raggiunto proprio a Sydney: una situazione un po' anomala, che però mi ha permesso di coglierne meglio il significato ecclesiale. Gli auguri che mi venivano rivolti e le sincere espressioni di gioia dei partecipanti all'incontro che si stava svolgendo mi hanno reso più che mai chiaro che in questa nuova chiamata a servire sempre più generosamente Cristo e la sua Chiesa dovevo vedere un dono del Santo Padre teso a valorizzare la missione che egli mi ha affidato come presidente del Pontificio Consiglio per i Laici e nella quale i giovani occupano un posto di primissimo piano.







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