Orientare le pastorali giovanili di tutte le Chiese alla prossima GMG di Sydney. Mons.
Rylko fa il punto sull'evento, al rientro dall'incontro preparatorio nella città australiana
Due giorni di confronto per fare il punto sui preparativi, ormai sempre più intensi,
relativi alla Giornata mondiale della gioventù di Sydney 2008. La metropoli australiana
ha ospitato, dal 15 al 17 ottobre scorsi, l'incontro al quale hanno partecipato circa
200 persone in rappresentanza delle Commissioni per la Pastorale giovanile delle Conferenze
episcopali, nonché delle associazioni e dei movimenti ecclesiali internazionali, di
una settantina di Paesi di tutti i continenti. A rappresentare la Santa Sede c'era
l'arcivescovo, e prossimo cardinale, Stanislaw Rylko, presidente del Pontificio
Consiglio per la Pastorale dei laici. Giovanni Peduto lo ha intervistato al
suo rientro:
R. -
L'incontro ha confermato in modo significativo l'interesse che si nutre, ovunque nel
mondo, per l'importante appuntamento che il Santo Padre Benedetto XVI ha dato ai giovani
a Sydney per il mese di luglio del prossimo anno, e ha fatto riecheggiare il loro
grande desiderio di prendervi parte.
D. - Come stanno
procedendo i preparativi?
R. - I preparativi logistici
della prossima GMG sono in fase ormai avanzata, grazie anche all'eccellente lavoro
svolto dal Comitato organizzatore australiano, con i cui responsabili - in occasione
dell'incontro di ottobre - abbiamo fatto pure un sopralluogo sui siti nei quali si
svolgeranno le celebrazioni presiedute dal Santo Padre. Com'è ovvio, la questione
essenziale è però quella inerente alla preparazione pastorale. La Chiesa in Australia
vede in questo evento una grande opportunità, un'occasione da non perdere per dare
nuovo vigore alla rinascita spirituale non solo delle giovani generazioni, ma di tutti
i cattolici australiani la cui vita risente fortemente della diffusa secolarizzazione.
Questo evento, insomma, sembra racchiudere come l'attesa trepidante di una rinnovata
Pentecoste su tutta la Chiesa che vive in Australia. Ma è bene ricordare che tutta
la Chiesa universale è coinvolta nella preparazione pastorale alla GMG 2008, le cui
linee guida sono state indicate da Benedetto XVI nel suo messaggio ai giovani, nel
quale egli ha autorevolmente spiegato il tema della Giornata che è: “Avrete forza
dallo Spirito Santo che scenderà su di voi e mi sarete testimoni”.
D.
- E come si stanno preparando i giovani?
R. - Noi
abbiamo sempre insistito, e continuiamo a insistere sul fatto che la preparazione
spirituale alle GMG dovrebbe essere parte integrante della pastorale giovanile ordinaria
in ogni Chiesa particolare. E ciò a prescindere dalla effettiva partecipazione dei
giovani all'incontro mondiale con il Papa. Vi sono segnali che ormai si tende ad andare
proprio in questa direzione. Non solo: lo stesso messaggio indirizzato ai giovani
dal Papa e il tema da lui scelto per la prossima GMG danno orientamenti preziosi per
l'elaborazione di programmi annuali a livello locale - ciò che ci fa davvero piacere.
Naturalmente, chi vuole recarsi a Sydney, deve fare ancora un passo: iscriversi al
più presto possibile e naturalmente trovare i soldi per pagarsi il viaggio. Un'impresa,
quest'ultima, nella quale i giovani danno sempre prova non solo di fantasia, ma spesso
di grande spirito di sacrificio. Da parte sua, il Pontificio Consiglio per i Laici
ha costituito un piccolo - purtroppo - Fondo di solidarietà, con il quale cercherà
anche questa volta di aiutare le Conferenze episcopali dei Paesi più poveri, perché
possano inviare almeno piccole delegazioni di giovani.
D.
- Sydney è lontana... Quanti giovani sono previsti?
R.
- Ogni edizione della GMG, grande avventura spirituale per i giovani che vi partecipano,
è una sfida per gli organizzatori. Quella di Sydney è più che mai impegnativa per
le distanze: l'Australia è lontana da qualsiasi parte del globo si parta. Ciò che
comporta spese di viaggio non indifferenti. Inoltre, il numero dei posti messi a disposizione
dalle compagnie aeree è relativamente ristretto. È difficile fare previsioni quantitative.
E comunque non dobbiamo dimenticare che - come insegna Benedetto XVI - a essere determinanti
per la vita della Chiesa non sono né le statistiche e né la legge dei grandi numeri.
Anche se io sono convinto che pure stavolta i giovani ci riserveranno sorprese positive.
D.
- Ci sono novità particolari per questa GMG?
R. -
Niente di strutturale differenzia questa GMG dagli incontri del Papa con i giovani
del mondo che l'hanno preceduta. Saranno, come sempre, il Paese e la Chiesa che la
ospiteranno a fare la differenza. L'Australia è un Paese che affascina per le sue
bellezze naturali... La Chiesa australiana è una Chiesa minoritaria (su una popolazione
di 20 milioni, solo il 25% è costituito da cattolici), ma che - in un contesto multietnico,
multiculturale e multiconfessionale - è stata capace di salvaguardare il forte senso
della propria identità che la caratterizza. Per i giovani, sarà una importante lezione
su come testimoniare Cristo nella secolarizzata società postmoderna.
D.
- Come ha accolto la nomina a cardinale?
R. - La
notizia di questa nomina mi ha raggiunto proprio a Sydney: una situazione un po' anomala,
che però mi ha permesso di coglierne meglio il significato ecclesiale. Gli auguri
che mi venivano rivolti e le sincere espressioni di gioia dei partecipanti all'incontro
che si stava svolgendo mi hanno reso più che mai chiaro che in questa nuova chiamata
a servire sempre più generosamente Cristo e la sua Chiesa dovevo vedere un dono del
Santo Padre teso a valorizzare la missione che egli mi ha affidato come presidente
del Pontificio Consiglio per i Laici e nella quale i giovani occupano un posto di
primissimo piano.