2007-10-30 14:06:04

La ricerca della Verità, rispetto al rischio di autoreferenzialità dei media, al centro del prossimo Messaggio del Papa per la Giornata mondiale delle Comunicazioni sociali


“I mezzi di comunicazione sociale: al bivio fra protagonismo e servizio. Cercare la Verità per condividerla” è il tema scelto da Benedetto XVI per la 42.ma Giornata mondiale delle Comunicazioni sociali 2008, che si celebrerà il 4 maggio 2008. “Il tema scelto dal Santo Padre per la Giornata - afferma l'arcivescovo Claudio Maria Celli, presidente del Pontificio consiglio delle Comunicazioni Sociali - invita a riflettere sul ruolo dei media in relazione, soprattutto, al rischio, sempre più presente, che essi diventino referenziali a se stessi e non più - o non solo - strumenti al servizio della verità. Verità che va cercata e condivisa”. Sul ruolo dei media e la possibilità di farne strumenti efficaci di evangelizzazione, Emanuela Campanile ha intervistato proprio mons. Claudio Maria Celli:RealAudioMP3


Oggi, dobbiamo utilizzare ciò che la Provvidenza ha posto nelle nostre mani e questi mezzi devono essere utilizzati. Io, però, ho una grande preoccupazione. Da un lato, credo che la Chiesa debba essere annunciatrice della Parola e, quindi, questi mezzi devono essere al servizio della Parola: per chi è già discepolo, per chi è in cammino e per chi è lontano. E’ questa la mia preoccupazione: essere al servizio della Parola. Noi abbiamo la Parola. Credo ci voglia una dimensione di ascolto, di rispetto. Si tratta di avere in mano qualcosa che entri nel cuore delle persone. E’ un "santuario" dove noi entriamo con rispetto, in punta di piedi. Questo per me, oggi, è fondamentale. Credo sia un servizio che dobbiamo rendere a chi è già discepolo e che quindi sta compiendo un suo cammino di crescita. C’è anche un servizio che dobbiamo rendere a chi è solo nella strada.

 
D. - C’è anche una difficoltà di inserire la comunicazione che nasce dalla Chiesa nella comunicazione laica... infiltrarsi nel tessuto sociale comune...

 
R. - Esatto, se si ama veramente e si vuole servire. Io la chiamo una diaconia della cultura. Sto pensando proprio a queste persone che cercano e che hanno una profonda nostalgia di Dio. Noi dovremmo avere nel nostro cuore, nella nostra mente, nei nostri piani pastorali, l’attenzione a queste persone. Non sarà facile, anche perchè oggi educare all’ascolto è una problematica enorme. Oggi, per molte persone è una fatica enorme mettersi in ascolto, anche perchè tutta la realtà che ci circonda non è così favorevole o non favorisce un ascolto. E’ terribile che noi che dovremmo dedicarci alla comunicazione, dobbiamo preoccuparci che chi è dall’altra parte sia in un atteggiamento di ascolto. Io ritengo che questa sia una delle sfide che dobbiamo affrontare.

Fin dal tema del messaggio per la Giornata mondiale delle Comunicazioni sociali, emerge la sfida lanciata dal Papa agli operatori della comunicazione, affinché ricerchino la Verità senza protagonismi. Un tema sul quale Luca Collodi ha raccolto la riflessione del nuovo direttore dell’Osservatore Romano, Gian Maria Vian:RealAudioMP3


R. - E’ una scelta difficile, perché siamo in un’età e in un momento particolare dove il protagonismo è obiettivo di una ricerca esasperata. E questo lo vediamo anche tra i giovani. Ma i giovani hanno l’esempio degli adulti e in questo senso il richiamo di Benedetto XVI è molto opportuno.

 
D. - Il messaggio per la 42.ma Giornata mondiale delle Comunicazioni sociali 2008 sottolinea anche la centralità della ricerca della verità. Come un giornalista può cogliere questa sfida lanciata dal Papa?

 
R. - Direi con gli strumenti proprio della sua professione e, quindi, il controllo rigoroso delle fonti, delle notizie. Non accontentarsi di rilanciare qualsiasi testo o avvenimento, ma cercare di verificarlo sempre di più e nel modo più accurato possibile.

 
D. - Perché la stampa laica si interessa in un modo - direi - quasi morboso a quella che è la vita della Chiesa e non a quelli che sono i valori che la Chiesa trasmette?

 
R. - Quando lo fa in questo modo, lo fa in modo strumentale. Anche qui, il richiamo alla ricerca della verità, che non è prerogativa dei cattolici o dei cristiani o credenti, ma dovrebbe essere una esigenza sentita da tutti. E proprio per un motivo professionale il giornalista deve ricercare la verità: questo è il suo primo compito.







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