Il premier israeliano Olmert fa sapere di avere un tumore ma in forma non grave e
conferma che manterrà l'incarico - Una trentina di persone uccise in Iraq in due diversi
attentati - Il petrolio supera i 93 dollani al barile
Il premier israeliano Ehud Olmert intende continuare a svolgere il proprio incarico.
E’ quanto ha affermato a Gerusalemme in conferenza stampa, ostentando grande serenità
e spiegando che gli è stato diagnosticato un tumore alla prostata, ancora in fase
iniziale e che si sottoporrà fra alcuni mesi ad una operazione per rimuoverlo senza
bisogno di radiazioni o di chemioterapia. Prima dell’annuncio, voci su una preoccupante
condizione di salute avevano avuto ripercussioni anche in Borsa.
- In Medio
Oriente, intanto, un miliziano di Hamas, Muhammad Hamad, è stato ucciso a Beit Hanun,
a nord di Gaza, dal fuoco di militari israeliani. In precedenza, nella Striscia di
Gaza -a Khan Yunes e a Beit Hanun - erano stati uccisi due altri palestinesi. A Beit
Hanun, inoltre, un ragazzo di 17 anni è stato ferito gravemente da un proiettile
israeliano.
- Trentadue persone sono state uccise in Iraq in due diversi
attentati, e un poliziotto è morto a Falluja, a 50 km dalla capitale. Questi fatti
di sangue seguono il fine settimana che ha visto negli Stati Uniti parecchie persone
dimostrare in diverse città contro la guerra nel Paese del Golfo. Il nostro servizio:
Ennesima
mattinata di sangue: 28 poliziotti morti e almeno 20 persone, tra cui una donna e
un bambino, feriti nell'attentato, compiuto da un kamikaze che si è introdotto in
bicicletta nel Quartier generale della polizia di Baquba. Si tratta della capitale
della provincia di Diyala, una provincia "calda" per la presenza di diverse etnie
e religioni, nonché di diversi gruppi insurrezionisti. C’è stata poi l’esplosione,
a 190 chilometri a nord di Baghdad, in cui hanno perso la vita almeno 4 persone e
altre 11 sono rimaste ferite. Luogo dell’attentato, questa volta, un villaggio nella
zona di Seiniya: l'ordigno era stato collocato accanto a un mulino che è stato pesantemente
danneggiato come anche anche due case vicine. E parlando di Iraq bisogna dire che
negli Stati Uniti oltre 100 mila persone sono scese in strada durante il weekend proprio
per dimostrare contro la guerra in Iraq. Sotto lo slogan "Uniti per la pace e la giustizia"
marce in circa 12 città americane, da New York a Los Angeles. A San Francisco 30 mila
persone hanno sfilato sabato nel centro della città, gridando "Fuori dall'Iraq subito"
e "Non vogliamo un'altra guerra all'Iran".
- Petrolio, Economia, Interni:
sono tre dei nove dicasteri che in Kuwait avranno un nuovo responsabile, in seguito
al rimpasto di governo operato dal primo ministro, Nasser Al-Sabah. Il rimpasto complessivamente
comprende quattro nuove entrate e cinque riaffidamenti di incarico e avviene a meno
di 48 ore dalla ripresa dei lavori parlamentari prevista per domani. Dal febbraio
2006 ad oggi il Kuwait - in un continuo braccio di ferro con il parlamento dominato
dall'opposizione, che chiede maggiore trasparenza ed efficienza all'esecutivo - ha
già cambiato tre governi, ha operato due importanti rimpasti, mentre tre ministri
hanno presentato le dimissioni dallo scorso marzo.
- L'esercito turco ha circondato
un centinaio di ribelli separatisti curdi del PKK in una zona montagnosa dell'estremo
sud-est turco, vicino al confine con l'Iraq e l'Iran, tagliando le vie di fuga abitualmente
usate dai guerriglieri per rientrare in Iraq dopo le loro incursioni in territorio
turco. Lo riferisce l'agenzia turca Anadolu, secondo la quale la zona delle operazioni
si trova nella sottoprefettura di Yuksekova. I ribelli curdi, non potendo rientrare
in Iraq, si sono asserragliati in caverne e altri nascondigli sulle montagne di Ikiyaka,
dove i soldati - scrive Anadolu - stanno cercando di stanarli. Nella provincia di
Tunceli, nella Turchia centro-orientale, un soldato turco è morto nell'esplosione
di una mina. Nella zona di Tunceli, sono i corso operazioni militari che coinvolgono
8.000 uomini.
- Tre persone, tra cui un poliziotto e un bambino, sono rimasti
uccisi in seguito ad un attacco suicida ad un convoglio della polizia nel sud dell'Afghanistan.
Secondo quanto riferito dal capo della polizia locale, ci sono anche 5 feriti. L'attentato
si è verificato a Lashkargah, capitale della provincia di Helmand, presso la stazione
degli autobus. Intanto, la coalizione fa sapere che una trentina di talebani sono
morti negli scontri scoppiati ieri sera nel sud dell'Afghanistan, dove le forze della
NATO e dell'esercito afghano hanno lanciato un'operazione congiunta. Ci sono poi 25
feriti e 13 arrestati. Sabato scorso, nella provincia meridionale di Helmand, erano
stati 80 i talebani uccisi dopo un'imboscata tesa ad una pattuglia mista di soldati
afghani e della coalizione.
- In Pakistan, tra cinquanta e sessanta militanti
sono rimasti uccisi ieri in scontri con l'esercito nel nord ovest nella valle di Swat.
Swat è una valle scenografica in una delle zone tribali al confine con l'Afghanistan
e ha visto crescere l'attività di un militante Maulana Fazlullah, un religioso pro
taleban, che ha dato vita ad una stazione radio illegale e che sollecita alla jihad.
-
In Iran, Abbas Araghchi, viceministro degli Esteri che negli scorsi mesi è stato responsabile
dei colloqui con gli Stati Uniti in merito alla situazione in Iraq, è stato sostituito
e inviato come ambasciatore in Giappone. Araghchi, fino ad oggi viceministro per gli
Affari legali e internazionali, è considerato un moderato, sopravvissuto dall'era
del presidente riformista, Khatami. Nei giorni scorsi, diversi altri cambiamenti sono
stati annunciati nelle cariche del Ministero degli esteri. Tra l'altro, il vice ministro
per gli affari americani ed europei, Jalili, considerato un fedelissimo del presidente
Ahmadinejad, ha lasciato il dicastero per diventare segretario del Supremo consiglio
per la sicurezza nazionale e, in tale veste, capo negoziatore sul nucleare. Intanto,
Olli Heinonen, vicedirettore dell'Agenzia internazionale per l'energia atomica (AIEA),
è arrivato oggi a Teheran per nuovi colloqui volti a fare trasparenza sul programma
nucleare iraniano. Da parte sua, il comandante delle forze navali dei Guardiani della
rivoluzione (Pasdaran), Ali Fadavi, citato dall'agenzia Fars, fa sapere che l'Iran
è pronto a ricorrere anche ad ''operazioni di martirio'', cioè azioni suicide nel
Golfo e nello Stretto di Hormuz se attaccato dagli USA.
- Il petrolio aumenta
ancora fino a superare la soglia dei 93 dollari al barile sul mercato elettronico
after hours di New York. Il greggio con consegna a dicembre è volato fino al nuovo
massimo storico di 93,20 dollari al barile, dopo aver superato quota 93 dollari a
Singapore. Anche il Brent, il greggio di riferimento europeo, è schizzato sui record
raggiungendo al mercato di Londra i 90 dollari al barile. A far accelerare i prezzi,
il parziale blocco dell'attività di produzione in Messico dovuto all'arrivo di una
tempesta. Nel giro di un mese, le quotazioni del petrolio sul mercato di New York
hanno totalizzato un incremento del 16%, complice anche l'inarrestabile discesa del
dollaro che oggi ha segnato l'ennesimo minimo storico contro l'euro a 1,4438 dollari.
Sui prezzi del petrolio gioca una serie di fattori che fa ritenere agli analisti ormai
prossima la soglia dei 100 dollari al barile.
- Il dissidente cinese, Bao
Zunxin, che fu imprigionato per aver partecipato alle manifestazioni pro-democrazia
del 1989 a piazza Tiananmen, è morto a Pechino. Lo scrive un quotidiano di Hong Kong.
Bao, che aveva 70 anni, era un ricercatore all'Accademia cinese delle scienze quando
il movimento degli studenti universitari diede il via a sei settimane di protesta
che si conclusero con l'intervento militare nel quale persero la vita centinaia di
persone. Bao fu accusato di aver ''incitato alla propaganda contro-rivoluzionaria''
e trascorse undici mesi in prigione. In seguito, ha scritto articoli in Cina e all'estero
in favore della democrazia e lo scorso agosto è stato uno dei 37 intellettuali che
hanno firmato una lettera aperta ai leader cinesi, invitandoli a mettere fine alla
''sistematica negazione'' dei diritti umani.
- La Russia inviterà dai 300
ai 400 osservatori internazionali per monitorare le elezioni del 2 dicembre per il
rinnovo della Duma, la Camera bassa del parlamento. Lo ha annunciato in una conferenza
stampa all'agenzia Itar-Tass il presidente della comissione elettorale centrale, Vladimir
Ciurov. Ciurov ha detto che gli inviti verranno spediti sin da domani, 30 ottobre,
e che nella lista delle organizzazioni che li riceveranno ci sono l'Assemblea parlamentare
del Consiglio d'Europa, l'Assemblea parlamentare e l'organizzazione di monitoraggio
elettorale dell'Osce, l'Assemblea interparlamentare dei Paesi della CSI (Comunità
degli Stati indipendenti, l'organismo nato dalle ceneri dell'URSS), e rappresentanti
del gruppi di Shanghai e del Consiglio nordico.
- L'opposizione georgiana
ha trovato unità dopo il caso Irakli Okruashvili, l'ex ministro della Difesa imprigionato
e forse torturato dopo una esternazione televisiva durissima nei confronti del presidente
Saakashvili: il 2 novembre, si terranno in tutte le principali città della repubblica
caucasica cortei di protesta. Gli organizzatori intendono mobilitare almeno 100. mila
persone e stanno girando la provincia per fare appello a una mobilitazione di massa.
Saakashvili, il filo-occidentale protagonista della "rivoluzione delle rose" del 2003,
ha perso d'altro canto molto del suo fascino presso gli elettori, per il perdurare
della crisi economica e per il peggioramento seguito al duro braccio di ferro con
la Russia, tutt'ora la maggiore fonte di risorse per la Repubblica ex sovietica.
-
L'Europa si prepara per il summit mondiale di Bali a dicembre: ha tenuto il primo
incontro interparlamentare europeo sui cambiamenti climatici. Tra i principali temi,
gli obiettivi internazionali vincolanti per ridurre le emissioni di Co2, le misure
comunitarie e nazionali necessarie per fermare i cambiamenti climatici, una equa condivisione
internazionale. In vista della conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici,
che si terrà a Bali in dicembre, il parlamento si propone di presentare una richiesta
in seno alle Nazioni Unite per la fissazione di un obiettivo vincolante a livello
internazionale per ridurre le emissioni di CO2. Gli Stati membri hanno già assunto
un risoluto impegno per tagliare le emissioni dei gas ad effetto serra del 20% entro
il 2012. (Panoramica internazionale a cura di Fausta Speranza)
Bollettino
del Radiogiornale della Radio Vaticana Anno LI no. 302 E'
possibile ricevere gratuitamente, via posta elettronica, l'edizione quotidiana del
Bollettino del Radiogiornale. La richiesta può essere effettuata sulla home page del
sito www.radiovaticana.org/italiano.