Il Papa all'Angelus parla dei 498 martiri di Spagna beatificati in Piazza San Pietro:
ogni cristiano deve essere pronto a dare la vita per Cristo. Ma c'è anche il martirio
silenzioso della vita ordinaria
Il martirio non è un’eccezione riservata solo a pochi, ma un’eventualità realistica
per ogni cristiano. E’ quanto ha detto oggi il Papa all’Angelus in Piazza San Pietro
dove in mattinata sono stati beatificati 498 martiri uccisi in Spagna durante la
persecuzione religiosa negli anni trenta del secolo scorso. Ma Benedetto XVI ha parlato
anche del “martirio della vita ordinaria”: “è la testimonianza silenziosa ed eroica
di tanti cristiani che vivono il Vangelo senza compromessi, compiendo il loro dovere”.
Il servizio di Sergio Centofanti.
Piazza
San Pietro è gremita di fedeli: almeno 40 mila sono giunti dalla Spagna. Il Papa parla
dei 498 nuovi Beati, uccisi in odio alla fede nel Paese iberico tra il 1934 e il 1937:
“La
contemporanea iscrizione nell’albo dei Beati di un così gran numero di Martiri dimostra
che la suprema testimonianza del sangue non è un’eccezione riservata soltanto ad alcuni
individui, ma un’eventualità realistica per l’intero Popolo cristiano. Si tratta,
infatti, di uomini e donne diversi per età, vocazione e condizione sociale, che hanno
pagato con la vita la loro fedeltà a Cristo e alla sua Chiesa”.
Benedetto
XVI li paragona a San Paolo, come riferisce l’odierna liturgia domenicale: l’apostolo
è detenuto a Roma, e vedendo approssimarsi la morte, traccia un bilancio pieno di
riconoscenza e di speranza perché ha “combattuto la buona battaglia”, ha “terminato
la corsa” e ha “conservato la fede”:
“E’ in pace
con Dio e con se stesso ed affronta serenamente la morte, con la consapevolezza di
avere speso tutta la vita senza risparmio al servizio del Vangelo”. Il mese di ottobre, dedicato in modo particolare all’impegno missionario
– ricorda il Papa - si chiude così con la luminosa testimonianza dei martiri di Spagna,
che vanno ad aggiungersi ai martiri Albertina Berkenbrock, Emmanuel Gómez Gonzáles
e Adilio Daronch, e Franz Jägerstätter, proclamati Beati nei giorni scorsi in Brasile
e in Austria:
“Il loro esempio sta a testimoniare
che il Battesimo impegna i cristiani a partecipare con coraggio alla diffusione del
Regno di Dio, cooperandovi se necessario col sacrificio della stessa vita”.
“Non
tutti, certo – sottolinea il Pontefice - sono chiamati al martirio cruento. C’è però
un ‘martirio’ incruento – aggiunge - che non è meno significativo, come quello di
Celina Chludzińska Borzęcka, sposa, madre di famiglia, vedova e religiosa,
beatificata ieri a Roma:
“E' la testimonianza
silenziosa ed eroica di tanti cristiani che vivono il Vangelo senza compromessi, compiendo
il loro dovere e dedicandosi generosamente al servizio dei poveri. Questo martirio
della vita ordinaria è una testimonianza quanto mai importante nelle società secolarizzate
del nostro tempo. E’ la pacifica battaglia dell’amore che ogni cristiano, come Paolo,
deve instancabilmente combattere; la corsa per diffondere il Vangelo che ci impegna
sino alla morte”.