2007-10-27 15:02:03

L'opposizione armata boicotta i colloqui di pace sul Darfur in Libia


Sono iniziati stamane in Libia, a Sirte, i colloqui di pace sul Darfur promossi dalle Nazioni Unite e dall’Unione Africana. Una conferenza che nasce, però, sotto cattivi auspici per la defezione dei due principali gruppi guerriglieri sudanesi. Già nel maggio dello scorso anno ad Abuja, in Nigeria, dopo un lungo negoziato, fu firmato un accordo di pace, che non diede alcun risultato pratico. Negoziati difficilissimi, dunque, mentre sul terreno la situazione si fa sempre più drammatica. La crisi del Darfur è iniziata nel febbraio del 2003 provocando oltre 200mila morti. Stefano Leszczynski ha intervistato Enrico Casale, esperto di questioni africane per la rivista dei gesuiti Popoli.RealAudioMP3


R. - E’ una guerra che parte come una guerra per il controllo delle risorse dell’acqua e dei territori coltivabili e allo stesso tempo utilizzabili per il pascolo, però su questo conflitto si è venuta a innestare un’altra ragione di conflitto che è il controllo delle risorse petrolifere.

 
D. - Molte superpotenze hanno già messo gli occhi sulla regione: tuttavia, nonostante questo tipo di interesse globale, possiamo dire che una presenza internazionale per impedire i massacri non si è riuscita ancora ad averla…

 
R. - La Cina, che è in fase di forte espansione economica, ha bisogno di notevoli risorse naturali, soprattutto petrolio. In Sudan c’è molto petrolio che viene già sfruttato dalle compagnie cinesi, quindi le compagni cinesi hanno tutte interesse a mantenere e a sostenere il governo di Khartoum che permette loro di sfruttare le risorse petrolifere. Per questo motivo i tentativi di porre sanzioni sul governo di Khartoum sono sempre falliti, perché a livello ad esempio delle Nazioni Unite è sempre stata presente la minaccia da parte della Cina di porre il divieto su qualsiasi tipo di sanzione.

 
D. - Sempre facendo riferimento al Sudan come si può descrivere la situazione umanitaria di questa regione africana?

 R. - Il problema umanitario è drammatico perché queste popolazioni sono state sradicate dai loro villaggi, portate in questi campi di profughi ai confini con il Ciad dove vivono con pochissime risorse e dipendono fondamentalmente dagli aiuti umanitari. Ma c’è una cosa che va sottolineata: la crisi del Darfur non riguarda solo il Sudan perchè le popolazioni del Darfur sono state costrette a scappare e molte di queste sono scappate nei Paesi confinanti, per esempio nella Repubblica Centrafricana, ma anche in Ciad, portando, in questi Paesi che sono già poveri e che hanno già dei problemi enormi, ulteriori problemi per la gestione dei profughi, ma anche ulteriori problemi politici, perché hanno destabilizzato - io penso al Ciad- una situazione già molto fragile dal punto di vista politico.







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