2007-10-27 14:58:37

L'Argentina alle urne per le presidenziali: favorita Cristina Kirchner


Clima di grande attesa in Argentina per le presidenziali di domani che vedono largamente favorita Cristina Fernandez Kirchner, moglie di Nestor Kirchner, alla guida del Fronte per la Vittoria. Giovedì davanti ai suoi sostenitori, ha chiuso la campagna elettorale, evocando nel suo discorso la dignità del lavoro, la fine dell'impunità e il recupero delle istituzioni, ma anche il grave problema della disoccupazione. Per vincere al primo turno dovrà ottenere almeno il 40 per cento dei voti, una percentuale che senz’altro non raggiungeranno i suoi avversari: l’esponente di centro-sinistra Lilita Carriò e l’ex ministro dell’economia Roberto Lavagna. Ma il popolo argentino cosa si aspetta dal nuovo presidente? Salvatore Sabatino lo ha chiesto a Maurizio Chierici, esperto di America Latina, raggiunto telefonicamente a Buenos Aires:RealAudioMP3


R. - L’Argentina si attende una vita normale, che qui non c’è, perchè esistono ancora 10 milioni di poveri su 40 milioni di abitanti. Nel Paese che esporta carne, grano, in tutto il mondo, la gente muore di fame. E’ in un certo senso schizofrenico, perché è molto ricco ma anche molto povero. Cresce come la Cina, 9,10 per cento l’anno, ma ha un’inflazione che ufficialmente non si conosce perchè i tecnici sostengono sia pari al 20 per cento mentre il governo dice che è al 9.

D. - Molti osservatori descrivono la signora Kirchner come la nuova Evita Perón. Quanto è vero e quanto questo parallelo può aiutare la signora a vincere queste elezioni?

 
R. - La stessa Carriò che è social-cristiana ma di una sinistra piuttosto radicale, dice che lei, se vincerà, avrà due ministri peronisti. Anche la Kirchner evoca Evita. Il grande problema dell’Argentina è proprio quest’atto di fede verso il peronismo ed è anche la grande debolezza perché il peronismo non è una dottrina sociale, non è un metodo di governo. E' sostanzialmente nostalgia, è un sentimento profondamente radicato, soprattutto fra le popolazioni più povere, perché si ha sempre nostalgia dei tempi passati che sembrano sempre molto belli anche se in realtà non lo erano. Governare con sentimento è pericoloso perché è un fatto umorale e non ha una spina dorsale.

 
D. – Durante la campagna elettorale la signora Kirchner ha evocato la dignità del lavoro, la fine dell’impunità, il recupero delle istituzioni, ma anche la disoccupazione: riuscirà a realizzare tutto questo?

R. – La dignità del lavoro… questo è complicato. Gli stipendi stessi degli insegnanti sono un disastro, vengono pagati come dieci, dodici anni fa, la situazione è davvero grave. Un medico in ospedale guadagna 200 euro al mese, lavorando 10 ore al giorno. E’ un Paese a due velocità: la macroeconomia che vola e la microeconomia, quella quotidiana, che va male. Bisogna accorciare queste distanze. C'è poi da sottolineare che i Kirchner hanno fatto tanto, in questo governo, per i diritti umani: hanno riaperto tutti i processi che incriminavano certi protagonisti del passato e hanno tolto l’immunità. Questo li ha resi molto popolari, perché il dolore dei 30 mila scomparsi negli anni della dittatura militare è ancora profondo.

Sulle elezioni presidenziali e legislative in programma domani e sulle varie consultazioni democratiche tenutesi quest’anno nel Paese latinoamericano, la Conferenza episcopale argentina ha sottolineato, in due successivi documenti, alcune priorità. Ce ne parla Luis Badilla:RealAudioMP3


Analizzando la situazione dell’Argentina, i vescovi del Paese latinoamericano, nella loro esortazione dello scorso 23 aprile, ribadiscono il bisogno “di riscoprire sempre il bene comune” accentuando la “vocazione di cittadini” rispetto a quella “di semplici abitanti”. Nel documento, i vescovi indicano anche alcune delle sfide prioritarie da tener presenti nel decidere a chi dare il proprio voto. “La vita - scrivono i presuli - è il primo dei diritti umani che dobbiamo rispettare”; la famiglia – aggiungono – si fonda sul “matrimonio tra un uomo ed una donna, di cui è necessario fortificare i diritti”; il bene comune - si legge inoltre nel testo - deve essere messo al di sopra dei beni particolari, perché il “suo primato fortifica i tre poteri dello Stato”; si deve dare priorità - proseguono quindi i vescovi - a misure che garantiscano l’inclusione di tutti i cittadini e accelerino il federalismo”. Servono quindi politiche sociali che facciano maturare nella società “la capacità di dialogo e l’abilità per gestire consensi, orientati verso un progetto comune di nazione”. In un successivo documento del 23 agosto, i vescovi argentini ribadiscono poi che la partecipazione elettorale “esige la totale conoscenza delle proposte ed il pieno esercizio delle libertà del cittadino”. Questo – sottolineano - impegna i candidati, chiamati a definire bene il loro programma di azione politica, ma anche l’elettore che dovrà informarsi sulla dimensione etica delle proposte. “L’importanza di questo momento esige anche grande trasparenza” onde evitare le “pratiche demagogiche e pressioni indebite così come ogni forma di clientelismo e corruzione che finiscono per snaturare la cultura civica”. I presuli tornano quindi sulla grande questione dell’inclusione sociale, poiché, oggi, l’Argentina cresce a ritmi sostenuti ma, al tempo stesso aumenta l’iniquità. “La povertà e l’iniquità – affermano i presuli - continuano ad essere i problemi centrali della società”, nonostante la crescita economica e gli sforzi realizzati. Una società – concludono i vescovi argentini – “non cresce necessariamente quando cresce la sua economia, ma quando matura la sua capacità di dialogo”.







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