2007-10-27 11:49:45

Il commento di don Massimo Serretti al Vangelo della Domenica


In questa 30.ma Domenica del Tempo Ordinario la Liturgia ci presenta il Vangelo in cui Gesù racconta la parabola del fariseo e del pubblicano per quanti presumono di esser giusti e disprezzano gli altri. Saliti al Tempio per pregare, il fariseo ringrazia Dio per il fatto di non essere come gli altri uomini, ladri, ingiusti e adulteri. Il pubblicano, invece, fermatosi a distanza, non osa nemmeno alzare gli occhi al cielo, ma si batte il petto dicendo: O Dio, abbi pietà di me peccatore. Gesù allora dice:

“Io vi dico: questi tornò a casa sua giustificato, a differenza dell'altro, perché chi si esalta sarà umiliato e chi si umilia sarà esaltato”.

Su questo brano evangelico ascoltiamo il commento del teologo, don Massimo Serretti, docente di Cristologia alla Pontificia Università Lateranense:RealAudioMP3


(musica)

 
Gesù sa che cosa c’è nel cuore dell’uomo, il suo sguardo vede nel profondo di ciascun uomo e, nello stesso tempo, egli conosce il Padre, conosce Dio, perché è Figlio di Dio. La parabola che Egli racconta è tutta orientata a ricondurre l’uomo alla verità su di sé. Fa questo smascherando la presunzione, l’atto e la disposizione di spirito del presumere. In un certo grado, ognuno di noi presume qualcosa di sé, che non è rispondente alla realtà di quel che effettivamente è. Il punto in cui l’uomo può uscire dalla menzognera presunzione di sé è nel suo stare non davanti a sé, ma davanti a Dio. Gesù ci insegna come stare davanti a Dio, al Dio vero e non quello presunto. Tre sono le indicazioni: il fermarsi a distanza, il riconoscimento della maestà di Dio, il non osare alzare gli occhi e, quindi, l’umiliarsi, l’auto accusa di sé come peccatore e, quindi, il realismo del proprio essere uomini.

 (musica)







All the contents on this site are copyrighted ©.